Buon Eco-Natale!

Il decalogo degli esperti per un 25 dicembre davvero “green”, a cominciare dall’albero e dal pranzo.

Dai regali, agli addobbi, fino alla scelta dell’abete. Il Natale si fa sempre più verde ed ecosostenibile eliminando gli sprechi e mirando al risparmio energetico. A partire, soprattutto, dal pranzo, che quest’anno vede in prima linea l’ANDID – Associazione Nazionale Dietisti, che punta il dito contro lo spreco alimentare. Ogni anno si buttano al macero 4mila tonnellate di cibi buoni (Fonte Adoc). Soprattutto durante le festività natalizie, quando tutti amano esagerare acquistando cibi e beni in quantità superiore alle reali esigenze. Ma lo spreco non è riferito solo a quanto si butta inutilmente nella spazzatura. È anche esagerazione di consumo personale di cibo. Dunque un attentato all’ambiente, alla propria salute, ai propri risparmi, alla propria vita. Come fare allora per un Natale attento alle esigenze della salute e del Pianeta? Quali sono i consigli utili? Trattiamo l’argomento con Giovanna Cecchetto, Presidente ANDID e Manuela Pastore, dietista di Humanitas. E riportiamo i consigli di Legambiente su regali, alberi e luci “green”.

Dottoressa Cecchetto, lo spreco alimentare è in costante aumento solo a Natale?
“Questa tendenza allo spreco non sente ragioni economiche ed è sempre in crescita perché il nostro stile di vita sta inesorabilmente cambiando: si ha sempre meno tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, non si recuperano gli avanzi, si ha una sensazione di ricchezza più per ciò che ci viene proposto che per ciò che ci possiamo permettere. E, così, mentre oltre sette milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà relativa, si buttano al macero cibi buoni perché (dati Istat 2007) ne sono stati comprati troppi (nel 40 per cento dei casi; nel 21 per cento perché ci siamo fatti convincere dall’allettante ‘prendi tre paghi due’ senza riflettere sulle nostre reali necessità), sono scaduti o sono andati a male (24 per cento dei casi), non sono piaciuti (9 per cento) o non servivano proprio (7 per cento). E l’esagerazione è evidente soprattutto a Natale. L’impegno di ANDID e di tutti i dietisti volge proprio verso la promozione e la sensibilizzazione ad un modello alimentare sostenibile, che bandisca inutili sprechi e contribuisca al miglioramento della salute, alla protezione delle risorse naturali e alla valorizzazione del lavoro dell’uomo”.

Quali sono i consigli ANDID per un “sobrio”, ma gustoso pranzo di Natale?
“Ecco il decalogo ANDID 2010:

1. Non arrivare affamati al momento dei pranzi o delle cene delle feste.
2. Ascoltare e rispettare i segnali di sazietà del nostro fisico
3. Evitare pane, grissini, ecc… tra una portata e l’altra
4. Evitare di farsi versare il vino più volte, bere a piccoli sorsi controllando la quantità (da ricordare che, di norma, la quantità massima indicata per l’uomo corrisponde a tre bicchieri e a due per la donna). Attenzione alla somma tra vino e superalcolici!
5. Se si conosce il menù, dare preferenza ai piatti più graditi e ridurre la porzione o evitare quelli meno graditi. Se si prevede di festeggiare in casa: bilanciare i menù, alternando piatti più ricchi di grassi e condimenti con altri meno ricchi e prevedendo sempre dei contorni di verdura; cercare di usare quantità di condimenti non superiori al necessario per insaporire l’alimento.
6. Farsi servire comunque porzioni piccole/moderate (anche se si paga o se si è ospiti)
7. Non rinunciare alle verdure, che aiutano a saziarsi.
8. Pianificare i menu nel caso si festeggi in casa, ed acquistare alimenti nella quantità corretta e proporzionata al numero degli invitati.
9. Non lasciarsi tentare dalle offerte/sconti per limitare eccessive ‘scorte’ di alimenti ad elevato contenuto zuccheri e grassi (dolci, snack salati, frutta secca, ecc.)
10. Approfittare del tempo libero per muoversi un po’ (magari una bella camminata in compagnia…)”.

Dottoressa Pastore, quali sono i suoi consigli per un pranzo di Natale eco-sostenibile?
“Un Natale eco-sostenibile dovrebbe essere improntato pensando al benessere ambientale, alla salute della persona e, più in generale, al benessere della comunità. Durante quest’anno (2010) l’ANDID ha promosso diverse iniziative per portare a riflettere istituzioni e cittadini sulla sempre crescente tendenza allo spreco alimentare. I grandi cambiamenti passano dalle piccole azioni dei singoli così, quest’anno, proviamo a cambiare questa tendenza con piccoli accorgimenti. Prima di tutto valorizziamo i piatti locali, che fanno parte della nostra tradizione, e chiediamo ai nonni com’era il loro menù per il pranzo di Natale. Poi scegliamo la frutta nostrana e di stagione. E acquistiamo il panettone più vicino al posto in cui viviamo. Evitiamo di acquistare i prodotti esotici e quelli fuori stagione che provengono da molto lontano: il lungo tragitto dal luogo di produzione ai mercati è indirettamente responsabile di una grande emissione di anidride carbonica. Gli stessi prodotti consumati nella loro stagione hanno prezzi più bassi, valore nutrizionale più completo e sapore migliore. Cerchiamo, poi, di pensare al menù senza eccedere nelle portate e nelle porzioni. Il pranzo di Natale non deve essere un’‘ultima cena’, ma un’occasione per stare piacevolmente in famiglia o con gli amici”.

Dal punto di vista nutrizionale, come si può coniugare il Natale con la linea?
“Approvo appieno il decalogo ANDID, che aiuta ad evitare di ritrovarsi dopo le feste con qualche chilo di troppo. Consiglio, inoltre, di scegliere prodotti freschi e genuini perché contengono meno conservanti, acidificanti, coloranti, esaltatori del sapore ed altre sostanze, tutte dannose per l’organismo. Inoltre, meglio fare la spesa al mercato rionale. Spesso questi prodotti hanno fatto un tragitto più breve e sono venduti sfusi, così si evitano anche gli imballaggi tanto difficili da smaltire. Se possibile, scegliere prodotti a filiera corta informandosi sulle cooperative e aziende agricole della propria zona. Prodotti ortofrutticoli e simili (salumi, carne, latticini, formaggi…) possono essere acquistati direttamente dal produttore con diversi vantaggi: minor costo dei prodotti perché si evita la spesa per la distribuzione e, di conseguenza, meno costi ambientali legati al trasporto, maggiore tracciabilità dei prodotti e valorizzazione dei prodotti specifici di ciascun territorio. Infine, se dovessero esserci degli avanzi, proviamo ad usarli per cucinare piatti ugualmente gustosi. I migliori piatti della tradizione contadina sono proprio fatti così (il pane raffermo, per esempio, si presta benissimo sia per i dolci che per zuppe o polpettoni). Qualche avanzo si può anche surgelare per poi scongelarlo al bisogno in un secondo momento e con poco sforzo ci si ritrova il pranzo già cucinato”.

E, poi, abete vero o artificiale? Luci natalizie ridotte? Biglietti di auguri via email o posta tradizionale? Regali sì o no? Ecco tutti i consigli di Legambiente per un Natale “green” originale.
Anche quest’anno Legambiente offre idee e suggerimenti per un Natale più responsabile e a basso impatto ambientale. Il protagonista indiscusso è, come sempre, l’albero. Tra i consigli dell’associazione ambientalista c’è quello di preferire un albero vero, che si possa piantare dopo le feste. Scegliere l’abete vero, però, solo se davvero si ha la possibilità di ripiantarlo. E optare per le luci decorative a led e a basso consumo. Legambiente dà qualche suggerimento anche sui regali: meglio pensieri fatti a mano, magari riciclando oggetti che non si utilizzano più e/o che sono in soffitta da anni e potrebbero, invece, essere utili per qualcosa o qualcuno oppure optare per regali equo-solidali. E, al posto di inviare biglietti cartacei di auguri, Legambiente consiglia di spedire e-mail ed e-card, che sono altrettanto apprezzate e sempre puntuali.

A cura di Lucrezia Zaccaria

Redazione Humanitas Salute: