Pregliasco: “Attenti all’influenza… pacifica”

‘Pacifica’ di nome e di fatto. Così gli esperti definiscono l’influenza che colpirà nell’inverno 2007/2008. Il nome deriva dai ceppi virali da cui è costituito il vaccino: gli americani Wisconsin, già protagonisti lo scorso anno, e dai nuovi ceppi delle Isole Salomone, arcipelago localizzato a nordest dell’Australia, che battezzano il malanno di stagione. Ma pacifica anche per la virulenza. Si prevede che quest’anno la cattiveria del virus sia di media intensità, di poco superiore quindi a quella avuta l’anno scorso. Ma non è da sottovalutare. Si prevede che colpirà dai 3 milioni e mezzo ai 5 milioni di italiani di cui un terzo bambini. Da qui l’importanza della vaccinazione. Ne abbiamo parlato con il professor Fabrizio Pregliasco, noto virologo dell’Università degli Studi di Milano.

Professor Pregliasco, la prossima influenza sarà di media-intensità?
“Fare previsioni sulla durata e sull’intensità dell’influenza è sempre più difficile a causa delle condizioni climatiche che negli ultimi anni si sono dimostrate sorprendenti. Lo scorso anno, per esempio, attendevamo un’influenza molto seria, ma le condizioni metereologiche particolarmente miti hanno cambiato il corso delle cose. Se le previsioni metereologiche per il prossimo inverno saranno rispettate, ci attende un inverno freddo e secco in cui l’influenza, ma soprattutto il raffreddore e le cosiddette sindromi influenzali, la faranno da padrone. La sua virulenza, comunque, sarà di media intensità perché il virus non è mutato di molto rispetto all’anno precedente”.

Quando è previsto il picco?
“L’influenza si presenta in genere a partire da Natale con un picco tra fine dicembre e metà febbraio. Le sindromi parainfluenzali come il raffreddore, invece, non hanno stagionalità e si presentano con sintomi più lievi”.

Come ci si può proteggere?
“Nell’influenza, come sottolineano le raccomandazioni emerse recentemente dal Congresso Mondiale di Toronto, è importante un sistema a barriera multipla. E’, cioè, fondamentale la prevenzione da attuarsi con la vaccinazione nei mesi di ottobre e novembre e, successivamente, con l’utilizzo consapevole dei farmaci di automedicazione per alleviare i sintomi e dei farmaci antivirali da utilizzare entro 48 ore dall’insorgenza dell’influenza per evitare la replicazione del virus e contemporaneamente ridurre la sua diffusione e il contagio di altre persone. L’uso degli antibiotici, invece, risulta inutile se non dannoso perché l’influenza (come il raffreddore) sono malattie virali e non batteriche. La cura antibiotica ha un senso solo se si verificano complicanze di origine batterica come broncopolmoniti o polmoniti”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

Redazione Humanitas Salute: