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La metionina, arma di precisione contro il cancro

12/06/2007

La PET (o tomografia a emissione di positroni), una delle tecniche più innovative presenti oggi in clinica, utilizzata soprattutto per la diagnosi e la stadiazione dei tumori, oltreché per il monitoraggio delle terapie, si arricchisce di un nuovo strumento che si sta rivelando molto efficace e che in Humanitas si sta sperimentando con successo soprattutto nei tumori e nelle metastasi che colpiscono il cervello: la metionina marcata con un isotopo del carbonio, il carbonio 11.
I professionisti di Humanitas spiegano innanzitutto quali sono le caratteristiche della PET.

“Rispetto ad altre tecniche diagnostiche quali le radiografie, la TC o la risonanza, che descrivono le modificazioni anatomiche che insorgono in seguito a una malattia, la PET è una metodica in grado di rivelare le alterazioni di una funzione di un particolare organo o tessuto. Questo è molto importante perché, nel caso di un tumore, le modifiche nelle funzioni nascono molto prima di quelle nella struttura, e la PET può dunque compiere diagnosi molti precoci. Tutto ciò è possibile perché le anomalie nel funzionamento si traducono in un diverso utilizzo, da parte degli stessi tessuti tumorali, di certe sostanze quali gli zuccheri: se si riesce a introdurre la sostanza nella sua versione radioattiva, cioè marcata in qualche sua parte con un isotopo, se ne potrà poi seguire il destino all’interno dell’organismo, e valutarne in modo quantitativo il consumo nei diversi distretti”.

Fino a oggi il tracciante più utilizzato è stato il glucosio marcato con fluoro, ma negli ultimi anni ne sono stati proposti molti altri, tra i quali la l’aminoacido metionina marcato con carbonio 11
“Questo tracciante si sta rivelando particolarmente utile nel caso dei tumori e delle metastasi cerebrali, perché passa senza difficoltà la barriera che avvolge il cervello, e va a localizzarsi proprio nelle aree che possono essere sede di una neoplasia. Finora in Humanitas abbiamo seguito una ventina di malati, perché siamo ancora in fase di messa a punto dei protocolli, ma i risultati ottenuti sono molto promettenti e suggeriscono che, in futuro, questo tipo di tracciante possa diventare il più usato, almeno per quanto riguarda i tumori cerebrali. Inoltre, il carbonio 11 ha un tempo di decadimento molto breve, di circa 20 minuti, e questo fa sì che si accorci il tempo durante il quale, dopo l’esame, è richiesta qualche cautela nei confronti dei bambini. La ricerca di strumenti diagnostici sempre più sofisticati prosegue, anche perché in Humanitas è attivo un laboratorio per la sintesi di radiofarmaci che è sempre alla ricerca di nuove sostanze o di applicazioni innovative di quelle in uso”.

Quali altri vantaggi offre la PET?
“Poter disporre di immagini sempre più precise aiuta a prendere decisioni più razionali e a discutere del singolo caso con tutti i medici che, da diversi punti di vista, devono prendersi cura del malato: in Humanitas è ormai una prassi consolidata affrontare la situazione di ogni paziente dalle diverse angolazioni: a tal fine abbiamo messo in piedi diversi gruppi multidisciplinari, nei quali tutti gli specialisti si confrontano. In questo modo si migliora l’aspettativa di vita del malato e, soprattutto, la qualità della sua vita, e si riescono a ottenere risultati significativi anche in molti di quei casi che, per le loro peculiarità, non rientrano nelle tipologie classiche previste perché, per esempio, sono border line, o sono particolarmente complessi”.

Come si realizza in concreto la multidisciplinarietà?
“Attraverso la discussione collegiale periodica dei casi, che ha lo scopo di favorire le migliori scelte terapeutiche e l’applicazione dei protocolli e delle linee guida più aggiornate, di migliorare la continuità nelle diverse fasi dell’assistenza e di stimolare l’aggiornamento culturale di tutti coloro che partecipano allo scambio di opinioni. I vantaggi sono molti: si semplifica l’iter di cura e se ne migliora la qualità, si limitano il rischio di errori e gli sprechi e si ottimizzano le risorse.
Infine, il progetto attivo in Humanitas prevede il raggiungimento di alcuni obiettivi come la realizzazione di visite multidisciplinari al paziente – e compilazione di relative agende e referti con più firme – , la condivisione di linee guida internazionali e, a lungo termine, la produzione di lavori scientifici, nonché la misurazione degli indici che definiscono l’efficacia e la qualità di questo approccio e delle cure offerte ai malati”.

A cura della Redazione

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