Stai leggendo Operazione di chirurgia alla tiroide: quando è necessaria farla?

Chirurgia e anestesia

Operazione di chirurgia alla tiroide: quando è necessaria farla?

01/03/2004

Piccola, formata da due lobi legati da un itsmo; piccola, appena sotto la laringe, sotto il “pomo d’Adamo”. Alla base del collo. La tiroide, la ghiandola endocrina che regola il metabolismo energetico, abita lì . E se così non fosse, la normale vita dell’uomo andrebbe a rotoli: l’equilibrio psicofisico di una persona passa attraverso le sue cellule. Capita però che della tiroide si debba fare a meno; ne abbiamo discusso con il dottor Luca Cozzaglio, chirurgo generale di Humanitas.

Dottor Cozzaglio, quando è necessario intervenire chirurgicamente sulla tiroide?

“Sono tre i casi in cui è necessario l’intervento alla tiroide: il primo riguarda i tumori, sia benigni, sia maligni. Il secondo è riferito allo struma (gozzo) in accrescimento o che determina disturbi dovuti alla compressione degli organi vicini: senso di soffocamento o di ingombro alla base del collo, difficoltà a respirare soprattutto nella posizione sdraiata, difficoltà a deglutire, abbassamento del tono di voce. Il terzo e ultimo caso è inerente all’ipertiroidismo, cioè l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei, quando non può essere curato efficacemente con la terapia medica”.

In che cosa consiste l’intervento alla tiroide?

“Gli interventi sulla tiroide si chiamano tiroidectomie, vengono effettuati in anestesia generale e consistono nell’asportazione completa (tiroidectomia totale) o parziale (emitiroidectomia, lobectomia) della tiroide stessa.
Dopo l’intervento il paziente è ricoverato per uno o due giorni, ma già dal giorno successivo all’intervento non è necessaria alcuna terapia e il dolore postoperatorio è generalmente molto modesto e ben tollerato. L’eventuale terapia con ormoni tiroidei, se necessaria, viene iniziata nei giorni successivi.
Circa una settimana dopo la dimissione viene fatta una medicazione ambulatoriale. La regione anteriore della base del collo, sede dell’intervento, rimane leggermente gonfia per alcune settimane per poi ritornare normale senza bisogno di alcuna cura”.

“Quali possono essere le conseguenze di un intervento sulla tiroide?”

“Dopo l’intervento di tiroidectomia totale è necessaria l’assunzione di ormoni tiroidei per tutta la vita, mentre per gli interventi di tiroidectomia parziale l’indicazione alla terapia ormonale dovrà essere valutata dal medico di volta in volta. Gli ormoni tiroidei vanno assunti la mattina a digiuno 30 minuti prima di fare colazione”.

Sulla tiroide, però sono presenti altre quattro piccole ghiandole, le paratiroidi. Un intervento chirurgico può provocare delle ripercussioni anche su di loro?

“Sì, perché sulla superficie della tiroide sono disposte le paratiroidi, che ricevono il sangue dagli stessi vasi che nutrono la tiroide e per queste caratteristiche anatomiche gli interventi sulla tiroide possono portare all’ipocalcemia da alterato funzionamento delle paratiroidi. Le paratiroidi sono delle minuscole ghiandole endocrine poste a stretto contatto con la tiroide, il cui compito è regolare i livelli di calcio nel sangue (calcemia). In seguito all’asportazione di tutta la tiroide (tiroidectomia totale) nel 10-20% dei pazienti si verifica una temporanea inattività delle paratiroidi, che normalmente regredisce dopo alcune settimane o mesi, durante i quali si dovrà assumere una terapia con calcio e derivati della vitamina D. Nell’1-2% di tutti i pazienti sottoposti a tiroidectomia totale viene persa completamente la funzione delle paratiroidi e la terapia con calcio e vitamina D dovrà essere proseguita per tutta la vita. Dopo intervento di tiroidectomia parziale, anche se si può verificare un cattivo funzionamento delle paratiroidi, non è mai necessario seguire alcuna terapia”.

Ci possono essere altre conseguenze?

“Sì, per esempio la disfonia da alterata funzione dei nervi laringei che comandano il movimento delle corde vocali. I nervi laringei ( superiore ed inferiore, destro e sinistro) si trovano in stretto contatto con la tiroide e come tutti i nervi sono estremamente sensibili a piccoli traumi, stiramenti e infiammazioni che sono una normale conseguenza degli interventi chirurgici. In seguito agli interventi di tiroidectomia parziale o totale circa il 3-5% dei pazienti riferisce calo del tono della voce che diventa anche più rauca. La gran parte di questi pazienti guarisce nel corso di alcune settimane, e solo una minoranza di questi dovrà seguire una riabilitazione che consentirà di riacquistare una normale vita di relazione”.

“Che cos’è la tiroide?”

La tiroide è una ghiandola endocrina situata alla base del collo, davanti alla trachea. Come tutte le ghiandole endocrine produce ormoni, cioè sostanze che vengono riversate nel sangue e per mezzo del quale possono raggiungere tutti gli organi del nostro corpo. Gli ormoni prodotti dalla tiroide si chiamano: T3, T4 (agiscono sul metabolismo energetico) e la calcitonina che partecipa al metabolismo del calcio.
Il buon funzionamento della tiroide è necessario per la crescita e per il mantenimento di una normale condizione fisica e intellettiva. Poiché la sua assenza è incompatibile con la vita, dopo l’asportazione completa della tiroide occorre assumere una terapia a base di ormoni tiroidei per tutta la vita. La diagnosi della natura della malattia tiroidea viene effettuata sulla base degli esami di laboratorio, che indagano la funzionalità della ghiandola, delle indagini strumentali (scintigrafia, ecografia, eventualmente TAC o RMN, esame citologico di agoaspirato tiroideo) che definiscono forma e dimensioni della tiroide, dei noduli presenti, la loro natura e l’eventuale presenza di linfonodi patologici del collo.

 

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita