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Benessere

Il ruolo della fisioterapia nel dolore pelvico cronico

14/12/2021

Il dolore pelvico è una sintomatologia che comporta una serie di sintomi concentrati nella zona pelvica e perineale, e può avere forti ripercussioni sia a livello psicologico, sia fisico. Si definisce cronico quando dura più di 3 mesi consecutivi. 

La fisioterapia, in alcuni casi, può avere un ruolo molto importante.

Ne parliamo con il dottor Patricio Spallarossa, fisioterapista presso il centro Humanitas Medical Care di Arese.

Dolore pelvico cronico: di che si tratta

Il dolore pelvico cronico è un dolore localizzato nell’area pelvica o perineale, che compare senza che vi siano infezioni particolari o manifeste. 

Può apparire attraverso spasmi, o picchi di dolore acuto, ma anche in modo continuo. Sono molti pazienti che lo definiscono come un ‘mal di testa’ all’interno del bacino. 

Dolore pelvico cronico: le cause

Il dolore pelvico cronico ha, da poco, una “codifica effettiva”: prima, infatti, veniva confuso con altre patologie come infezione delle vie urinarie, prostatite e cistite. 

Oggi sappiamo che il dolore pelvico cronico ha delle conseguenze anche pesanti nell’area ginecologica, urinaria (ad esempio con la difficoltà di minzione), anorettale (difficoltà a defecare), e comprende anche la sfera sessuale, attraverso il calo del desiderio e disfunzioni erettili.

Le cause potrebbero essere riconducibili, almeno in parte, a patologie di natura vescicale, uretrale, prostatica, ginecologica, anorettale, neurogena, osteomuscolare, cutanea.

Dolore pelvico cronico: i sintomi

Sono vari i sintomi del dolore pelvico, e non tutti conosciuti. Tra questi, elenchiamo:

  • dolore;
  • bruciore;
  • fastidio;
  • presenza di dolore durante i rapporti sessuali;
  • sensazione di peso addominale o pelvico;
  • depressione;
  • dolore alla vescica.

Dolore pelvico cronico: i rimedi dalla fisioterapia

La terapia per il dolore pelvico cronico ha un approccio multidisciplinare:

  • con la fisioterapia si può compensare e risolvere il dolore;
  • con la psicologia si può trattare i casi di depressione dovuta al dolore o alla difficoltà nella sfera sessuale;
  • con l’urologia e l’andrologia, nel caso di pazienti maschi.

I rimedi proposti dalla fisioterapia propongono esercizi di rinforzo, di respirazione e di rilassamento della muscolatura del pavimento pelvico, che di solito appare molto contratta. 

In alcuni casi possono essere utili delle tecniche più riabilitative, come l’elettrostimolazione o esercizi guidati da biofeedback, mentre nelle situazioni più difficili si può ricorrere alla terapia locale con le onde d’urto. 

Alcuni esempi di esercizi fisioterapici

Per trattare con efficienza il dolore pelvico cronico è necessario un approccio multidisciplinare. Tuttavia, esistono alcuni esercizi di autotrattamento. 

Nel dolore pelvico cronico tutta la muscolatura di glutei, basso addome, gambe e perineo risulta estremamente contratta e con ridotta capacità di rilassamento, tanto che a volte risulta incapace di esercitare la forza necessaria – vale la pena specificare che un muscolo rigido quasi sempre è un muscolo debole. 

Per alleviare le tensioni a carico si dovrebbe dedicare circa 20 minuti al giorno, anche separati in più sessioni, allo stretching della muscolatura dell’addome, dei glutei e degli arti inferiori

Ogni esercizio va tenuto per almeno 20 secondi in una tensione non percepita come fastidiosa o dolorosa:

  • Per allungare i muscoli dell’addome, bisogna sdraiarsi a pancia in giù e,  spingendo con le mani sotto le spalle, provare a sollevare le spalle e il torace da terra senza staccare il bacino dal tappetino.
  • Per allungare tutta la muscolatura della colonna vertebrale e del bacino, bisogna mettendosi in quadrupedia, cercare, senza muovere le mani da terra, di portare i glutei verso i talloni. 
  • Per allungare i muscoli delle gambe direttamente collegati al bacino (ileopsoas e adduttori), bisogna portare i piedi vicini al bacino (partendo da seduti) e, sempre in maniera progressiva, mettere i piedi pianta contro pianta e spingere gradualmente le ginocchia divaricandole verso il pavimento.

Un paio di accortezze: lo stretching non deve essere violento, tant’è che tutti i movimenti vanno eseguiti con estrema calma; la respirazione gioca un ruolo importante, in quanto permette di entrare in uno stato di estremo relax e di training autogeno.

 

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