Non è soltanto causa di ipertensione e malattie cardiovascolari; una dieta ad alto contenuto di sale comporta un rischio di “corrosione” per le ossa. A sostenerlo sono i risultati preliminari di uno studio australiano condotto dal Baker Heart and Diabetes Institute di Sydney. Comune in molti paesi avanzati, la dieta ricca di sodio torna sul banco degli imputati con un’accusa in più; un’accusa che, se confermata, rafforzerebbe la necessità della lotta contro la dipendenza da sale. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Daniela Pini, specialista in cardiologia dello scompenso in Humanitas.
L’esperimento
Studiosi australiani hanno alimentato topi di laboratorio per 12 settimane con una dieta ad alto contenuto di sale (l’equivalente per gli umani di 12 grammi al giorno, che è poi il quantitativo consumato da molte persone) per esaminarne gli effetti su ipertensione, sistema immunitario e globuli bianchi. Al termine dell’esperimento i topi avevano sistemi immunitari estremamente attivi e un numero eccessivo di globuli bianchi, prodotti da cellule staminali “ribelli”. Esaminando le ossa, dove risiedono le cellule staminali, gli studiosi le hanno trovate piene di buchi. Le cellule immunitarie iperattive, cresciute a dismisura per l’esposizione ad alti livelli di sale, avevano corroso il tessuto osseo. I risultati dello studio sono stati presentati a conferenze nazionali e internazionali.
La spiegazione
«Le ossa non sono solide –spiega Andrew Murphy, il ricercatore che ha guidato l’esperimento. Sono, infatti, costituite da un’impalcatura di cellule ossee che “ospita” cellule staminali le quali hanno il compito di produrre nuove cellule per il sangue. Quando le cellule immunitarie cominciano a corrodere l’osso, le staminali si diffondono liberamente. Cominciano quindi a produrre molti globuli bianchi, che possono intasare i vasi sanguigni e alzare la pressione arteriosa. Questo processo finora non noto può spiegare perché la dieta ad alto contenuto di sale si associa a un maggior rischio di attacchi di cuore». La ricerca si inserisce in una più ampia iniziativa della comunità scientifica internazionale mirata a ridefinire le malattie cardiovascolari, un termine onnicomprensivo per tutti i disturbi di cuore e vasi causati da pressione alta e colesterolo alto. Questo nuovo studio ha evidenziato che anche il sistema immunitario svolge un ruolo importante.