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Proteggi la tua voce

30/12/2003

La voce rauca o una tosse che non dà tregua. Sono questi alcuni disturbi che a volte provocano non solo un disagio, ma possono anche nascondere un problema organico o psicologico. E’ utile, quindi, imparare a conoscere la propria voce e gli organi che le danno vita, così da potersi rendere conto quando e perché è “giù di tono” e come poter intervenire.

Cos’è la voce?
“Dal punto di vista fisico la voce è l’espressione del suono prodotto dalla vibrazione delle corde vocali”, spiega l’équipe di Otorinolaringoiatriadi Humanitas, “che cambia di tono grazie all’azione delle cavità poste sopra e sotto le corde vocali, definite cavità di risonanza. Perché si riesca ad esprimere correttamente, però, devono intervenire molte altre parti del corpo, come i polmoni (che devono fornire la giusta quantità d’aria necessaria a emettere il suono), la laringe (che muovendosi correttamente genera l’energia per parlare) e infine (ma non ultimo per importanza) il sistema nervoso, necessario per attivare, programmare e controllare il suono vocale. L’insieme di questi organi prende il nome di apparato fonatorio, le cui attività dovrebbero sempre compiersi in modo armonico”.
Dietro a un nostro semplice sì, quindi, si nasconde un complesso lavoro sincronico di muscoli, ossa, nervi e cervello. “Quando l’armonia dell’apparato fonatorio è presente si produce una voce di qualità, sia per chi ascolta (quando non ha difficoltà a capire), sia per chi parla (quando non deve sforzarsi a farlo). In questo caso si parla di “eufonia”, ovvero della capacità di trasmettere correttamente un messaggio vocale. Se, invece, gli organi coinvolti nel suono vocale non riescono a lavorare in perfetta simmetria può presentarsi una disfonia”.

Perché può verificarsi una disfonia?
Ogni alterazione della struttura o del movimento di uno o più organi coinvolti nella produzione della voce può provocare una disfonia, ovvero una modificazione qualitativa e/o quantitativa della voce. “I disturbi possono essere di natura organica (se vi sono lesioni specifiche), funzionale (quando si hanno problemi di motilità come, per esempio, difetti nella chiusura delle corde vocali) oppure psicologica (alcuni stati d’animo, come ansia e spavento, possono alterare o bloccare la voce)”.

Quali sono le disfonie di origine organica?
“Le disfonie di tipo organico sono dovute a qualsiasi lesione in grado di alterare l’emissione vocale. In particolare, tali disfonie possono essere causate da laringiti, infezioni alla laringe che possono essere di origine batterica, virale o dovute a un’allergia. In questi casi, oltre alla produzione di catarro, può presentarsi gonfiore e sensazione di bruciore alla gola. Anche alcuni comportamenti sbagliati, come fumare, bere bevande alcoliche e sforzare spesso la voce, possono dare origine a una laringite. Una disfonia può avere origine anche da un’insufficienza respiratoria, che può essere di tipo restrittivo, quando si ha una limitazione della capacità del volume dell’aria emessa con i polmoni (dovuta, per esempio, a una rigidità della gabbia toracica negli anziani, alla conseguenza di una pneumectomia o a un’enfisema polmonare); o di tipo ostruttivo, quando vi sono difficoltà a gestire l’espirazione (fuoriuscita dell’aria) al fine di emettere il suono vocale (come in alcuni casi di asma bronchiale acuta). Possono anche esserci insufficienze respiratorie miste, cioè sia di tipo restrittivo, che ostruttivo (quando, per esempio, oltre all’asma bronchiale è presente anche una broncopenumopatia cronica ostruttiva, detta B.P.C.O.).

Soggetti a rischio di disfonie, inoltre, possono essere quelli che soffrono di reflusso gastro-esofageo, un disturbo caratterizzato dalla risalita del contenuto gastrico nell’esofago. Le sostanze acide a contatto con la gola possono irritare le corde vocali, alterando l’emissione vocale.
Disfonie organiche, infine, possono essere generate anche da cisti (tumori benigni costituiti da cavità ripiene di liquido), polipi (tumori, in genere benigni, singoli o multipli, che si sviluppano sulle mucose), edemi di Reinke (gonfiore alle corde vocali) o da esiti di operazioni chirurgiche alla laringe (per esempio, per eliminare un tumore)”.
Il tipo di trattamento, naturalmente, sarà diverso a seconda del tipo di disturbo organico da cui ha avuto origine la disfonia. “Nei casi di patologie infiammatorie (come le laringiti) può essere indicato un trattamento farmacologico. Se, invece, il problema è rappresentato da polipi, cisti o tumori è facile che si renda necessario l’intervento chirurgico”. Si tratta di operazioni fatte in microchirurgia, eseguite tramite il laringoscopio (strumento cavo che permette di visualizzare la parte da operare) e piccoli ferri chirurgici che, inseriti al suo interno, permettono di operare con estrema precisione e in regime di sicurezza.

Quali sono, invece, le disfonie di origine funzionale?
“Anche in assenza di effettive patologie, la voce può comunque essere rauca, secca, magari accompagnata da dolori al collo o da bruciore alla gola. Siamo di fronte alle cosiddette disfonie funzionali, cioè a disturbi della voce dovuti ad abuso e maluso vocale che possono alla lunga creare la formazione di piccoli noduli alle corde vocali. In questi casi il consiglio è di farsi seguire da un logopedista (esperto di fisiopatologia della comunicazione). Lo specialista, in particolare, si avvale di mirati esercizi di logopedia volti a rieducare e a reimpostare la respirazione, così da correggere eventuali difetti nell’uso delle corde vocali e degli organi impegnati nell’emissione vocale”. Gli esercizi, in genere, si effettuano in 2-3 sedute alla settimana, sotto la guida dell’esperto. “Spesso la logopedia si rende necessaria anche dopo un’operazione chirurgica alla gola, al fine di facilitare il recupero dell’uso delle corde vocali. Altre volte, invece, nonostante la rieducazione logopedica, si rende comunque necessaria una revisione chirurgica dei noduli cordali in microlaringoscopia”.

Come la psiche influenza la voce?
“Malesseri interiori, come ansia, stress e depressione, possono interferire con il normale controllo della fonazione”. In particolare, disfonie di origine psicologica sono riscontrabili soprattutto nelle persone che vivono momenti di forte stress e che hanno difficoltà ad esprimere i propri sentimenti. Si sviluppano, così, evidenti tensioni muscolo-scheletriche, che si riversano su tutto l’organismo, compresa la voce. “Se il problema non viene affrontato, ma trascurato, è possibile che si crei un pericoloso circolo vizioso. Condizione che, alla lunga, può sfociare nella cosiddetta afonia da conversazione, disturbo che si manifesta con perdita improvvisa della voce o alla comparsa involontaria di voce fioca, rauca e sibilata. A volte, l’afonia può essere associata a sensazioni di bruciore e nodo alla gola. In questi casi, non trattandosi di patologie organiche vere e proprie, il trattamento dovrà prevedere l’aiuto sia di un logopedista, sia di uno psicoterapeuta, che opereranno tramite un congiunto programma di recupero vocale”.

Come si possono prevenire disturbi alla voce?
I nemici di una corretta fonazione sono molti. I più pericolosi sono: il vizio del fumo di sigaretta, che è in grado di aggredire tutto l’apparato respiratorio e le corde vocali causando tosse, gonfiori, catarro e, soprattutto, un maggior rischio di infezioni e di cancro della laringe; l’uso di droghe (sia per via orale, che inalatoria) le quali possono irritare notevolmente la mucosa dell’esofago; l’abuso di bevande alcoliche, soprattutto se super alcoliche, che possono causare danni molto simili a quelli provocati dal fumo di sigaretta; l’uso scorretto della voce (sforzare la voce, urlare e “schiarirsi” spesso la gola sono tutte abitudini errate, che alla lunga possono alterare l’emissione vocale), l’inquinamento, poiché un’esposizione continua a gas e sostanze inquinanti presenti nell’aria (come quello prodotto dai carburanti delle auto) tende a irritare i polmoni e tutto il tratto vocale; infine, l’aria condizionata e il riscaldamento eccessivo, poiché un’eccessiva riduzione del tasso di umidità può creare secchezza nel tratto vocale, favorendo sforzi della voce.

Quali sono le cose giuste da fare?
In caso di disturbi alla gola è sempre bene farsi visitare da un otorinolaringoiatra, al fine di escludere eventuali danni (organici o meno) al tratto vocale. Detto questo, “per cercare di mantenere un benessere vocale bisognerebbe seguire alcuni semplici consigli, come: bere almeno due litri di acqua al giorno (per mantenere un buon livello di idratazione), evitare cibi pesanti e troppo conditi, soprattutto la sera (così da evitare difficoltà digestive e l’eventuale risalita di succhi gastrici nell’esofago), evitare fumo e super alcolici, cercare di capire quando si sta sforzando la voce (stato che si manifesta soprattutto con bruciore alla gola, tensione al collo e sensazione di mancanza d’aria mentre si parla), evitare variazioni continue di temperatura e cercare di non sostare troppo a lungo in zone molto inquinate o in luoghi dove utilizzano sostanze chimiche, in grado di liberare gas tossici; evitare, infine, di coprire la gola con sciarpe di lana o con colli troppo stretti in ambienti chiusi al fine di evitare una sudorazione, più dannosa che altro.

A cura di Paola Caselle

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