Stai leggendo Collo bloccato e dolori diffusi? La parola al chiropratico

Bellezza

Collo bloccato e dolori diffusi? La parola al chiropratico

19/02/2002

Cervicalgia, torcicollo, emicrania, artrosi: sono alcuni dei disturbi che possono nascere da un problema alla colonna cervicale e che impediscono di compiere liberamente semplici movimenti, come guardare di lato o verso il basso, senza provare fitte lancinanti. Un aiuto arriva anche dalla chiropratica, una forma di medicina naturale che si basa essenzialmente su tecniche manipolative, efficace per combattere le alterazioni delle articolazioni, in particolare quelle vertebrali.

Le cause principali
Le cause dei disturbi cervicali sono numerose e diverse: dalla sedentarietà alle posizioni scorrette che tendiamo ad assumere alla scrivania, davanti al computer o mentre guidiamo; dal sovrappeso agli sforzi eccessivi a cui sottoponiamo la schiena, fino ai traumi come il classico “colpo di frusta”. Ma anche stress, problemi di vista, denti mal posizionati e una scorretta alimentazione, attraverso meccanismi nervosi riflessi, possono portare scompiglio nel delicato equilibrio dei muscoli del collo, e quindi delle vertebre cervicali.

Che cosa avviene a livello vertebrale
Una o più vertebre, sollecitate in modo disarmonico dai muscoli, col passare del tempo rischiano di bloccarsi in posizione anomala, causando una sublussazione, cioè lo spostamento di un osso dalla sua sede abituale. Di conseguenza i dischi intervertebrali (specie dei cuscinetti situati tra una vertebra e l’altra) vengono compressi e possono occupare parzialmente il canale spinale, dove trovano collocazione le terminazioni nervose. Proprio da qui parte il dolore, che può manifestarsi anche in sedi molto distanti rispetto al distretto vertebrale compromesso. Alla sensazione dolorosa può aggiungersi un’ulteriore contrazione dei muscoli, detta ‘difesa muscolare’, che serve a limitare i danni e a proteggerci dai movimenti anche più banali che potrebbero aggravare lo spasmo.
Il risultato è quindi un circolo vizioso tra sublussazione, dolore e spasmo muscolare, che non solo fa sì che il disturbo rimanga, ma che contribuisce anche a peggiorarlo.

Come interviene il terapeuta
“Prima di iniziare qualsiasi trattamento, il chiropratico dovrà innanzitutto “ricostruire” la storia della vostra colonna vertebrale – spiega Alfio Caronti, chiropratico e chinesiologo di Como, laureato in chiropratica presso la Palmer University U.S.A. – Prenderà quindi in considerazione non solo i traumi più comuni a carico della schiena (causati ad esempio da sforzi eccessivi, colpi, cadute ecc.) ma anche eventuali lesioni a distretti del corpo che nulla hanno a che vedere con la colonna (piedi, caviglie, ginocchia, anche, spalle, braccia), nonché cicatrici, spaventi e traumi da parto imputabili all’uso del forcipe o al cordone ombelicale intorno al collo. Insomma, tutto quello che può aver contribuito, di per sé o in combinazione con altri eventi, a sbilanciare l’equilibrio muscolare, tendineo e articolare dell’intero corpo, rachide compreso. Il trattamento sarà quindi mirato a riposizionare in modo corretto le vertebre, senza dimenticare però di intervenire anche sui distretti corporei responsabili dello squilibrio riscontrato”.

Il trattamento vero e proprio
Il trattamento chiropratico viene effettuato prevalentemente con le mani. Per i disturbi del collo il chiropratico interviene con mosse specifiche: ferma la testa del paziente tra le sue mani e le impone dei movimenti improvvisi; oppure preme sulle vertebre della colonna vertebrale al fine di rimettere le vertebre nella loro posizione originaria e di riallineare i fori intervertebrali, cioè le parti cave della colonna vertebrale in cui scorre il midollo spinale, vere responsabili dell’irradiamento del dolore.

I risultati del trattamento
Chi soffre di una forma acuta, sorta da poco, molto probabilmente otterrà un immediato sollievo dal dolore già durante la prima seduta. Se invece il disturbo è dovuto a una forma cronica di lunga durata, occorrerà più tempo (almeno una diecina di sedute nell’arco di alcuni mesi) prima che l’infiammazione alle radici nervose possa risolversi completamente.

A cura di Claudio Buono

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita