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Bellezza

Facciamo luce sulla pelle

30/04/2002

E’ normale associare la luce solare alla bellezza, alla salute, all’attrazione sessuale. Sono innumerevoli le persone che amano i bagni solari, che affrontano con un abbigliamento davvero succinto così da esporre gran parte della superficie cutanea alla luce. Inoltre è diffusa l’abitudine di frequentare i centri per l’abbronzatura artificiale. Ma le informazione sulla relazione tra esposizione ai raggi solari e tumori cutanei non sono ancora sufficienti, pochi probabilmente sono in grado di comprendere la portata del rischio di una sovraesposizione. Per questo motivo vengono organizzate giornate come lo Skin Cancer Day, che avrà luogo sabato 4 maggio(vedi articolo nella rubrica Stili di Vita). La parola ai professionisti di Humanitas.

A quale età bisogna incominciare a proteggersi?
Purtroppo non è ancora noto questo concetto: il danno solare si verifica soprattutto nei primi anni di vita e gli effetti delle esposizioni sono cumulativi e permangono per tutta la vita.
I bambini sono a maggior rischio rispetto agli adulti per danni indotti dal sole. In media un bambino è esposto tre volte più di un adulto. In altri termini un giovane acquisisce il 50% dell’esposizione totale già all’età di 18 anni e a 21 ha raggiunto già l’80%. Questi dati sottolineano l’importanza della protezione solare nei primi anni di vita. Nonostante i tentativi di educazione sanitaria in argomento, i bambini continuano a essere esposti a massicce dosi di energia solare, non controllati dagli adulti. Questi bambini continueranno ad ignorare le norme di fotoprotezione nella vita futura. Al medico spetta gran parte dell’educazione sanitaria alla corretta fotoesposizione.

Quali sono i raggi pericolosi?
Lo spettro solare è formato da energia elettromagnetica con lunghezza d’onda che si estende da 200 a 1800 nanometri (nm) ed è formato in percentuale dal 3% di raggi UV, 37% di raggi del visibile e 60% di raggi infrarossi. Le lunghezze d’onda più corte che raggiungono la terra sono le radiaizoni ultraviolette (UV). I raggi UV si suddividono in UVC (200-290 nm), UVB (290-320 nm), e UVA (320-400 nm). La luce ultravioletta è quella più carica di energia dello spettro solare e pertanto è la più pericolosa per la cute. I raggi UVC, i più energetici e quindi pericolosi, non raggiungono la superficie terrestre perché assorbiti completamente dai gas della stratosfera, pertanto sono gli UVB e UVA che danneggiano la cute.

Vi sono momenti della giornata in cui è meglio non esporsi?
Molti fattori determinano l’irradianza, cioè l’intensità di raggi UV che raggiunge la superficie terrestre e quindi la cute. Tra questi si includono l’ora del giorno, la stagione, la latitudine, l’altitudine , le condizioni atmosferiche. L’irradianza UVB è di massima intensità tra le 10 e le 14 ora solare cioè 11-15 ora legale. L’irradianza UVA ha la stessa intensità lungo tutta la giornata. Pertanto la quantità di UVA può essere, in una giornata, da 10 a 1000 volte maggiore rispetto a quella degli UVB. Tuttavia gli UVA sono meno energetici degli UVB. I raggi UVB , più energetici, sono definiti anche raggi eritematogeni. Infatti il fenomeno dell’eritema solare è legato quasi esclusivamente ad essi. L’eritema può svilupparsi anche nei giorni nuvolosi poiché il 70-80% dei raggi UV può penetrare lo strato delle nuvole. In queste condizioni avvengono spesso scottature solari poiché è possibile esporsi per tempi più lunghi dato che la temperatura è minore ( i raggi infrarossi vengono filtrati dalle nuvole). Ogni 1000 metri di altitudine l’intensità dei raggi UVB aumenta del 14% circa. La sabbia bianca riflette fino al 25% dei raggi UVB. L’acqua riflette fino al 95% quando il sole è in verticale. La neve, le superfici bianche e i metalli lucenti riflettono fino al 70% dei raggi UV. Pertanto anche sotto un ombrellone o all’ombra , in alcune circostanze, si può essere esposti ad una forte irradiazione di raggi riflessi. La gran parte degli indumenti estivi trasmettono i raggi UV ; per accertarsene basta guardare il sole attraverso l’indumento: se passa la luce, passeranno anche i raggi UV. Il colori scuri sono più proteggenti e se il tessuto è bagnato aumenta la penetrazione dei raggi. Una maglietta bianca di cotone asciutta offre una protezione che in termini di fattore di protezione solare è tra 5 e 9 ( protezione media).

La radiazione UVA è più deleteria per la cute?
I raggi UVA, essendo meno energetici e meno eritematogeni rispetto ai raggi UVB, vengono spesso considerati più sicuri. Inizialmente nei centri per l’abbronzatura artificiale venivano usate solo lampade con emissione UVA, ritenendo questa abbronzatura più sicura rispetto a quella solare. I dati più recenti smentiscono questa teoria. Infatti la quantità di raggi UVA che raggiunge la terra è da 10 a 1000 volte maggiore di quella degli UVB; inoltre gli UVA possono penetrare profondamente nel derma danneggiando le strutture di questo strato ( fibre di collagene , di elastico, vasi, etc.) mentre gli UVB penetrano solo fino all’epidermide.
Gli UVA contribuiscono ampiamento al fotoinvecchiamento così come alle fotodermatosi e alle risposte di fototossicità o fotosensibilità ai farmaci.

Nei prossimi numeri sarà pubblicata la seconda puntata dell’inchiesta

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