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Bellezza

Rifarsi il naso per respirare meglio

13/11/2001

Nasi aquilini o “a patata”. Alcuni li considerano un pregio e uno strumento di seduzione, altri un imperdonabile difetto Tanto da scegliere di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica per correggerne la forma. Ma il problema può non essere solo estetico. I nasi storti o deviati sono spesso causa di difficoltà respiratorie ed un semplice intervento consente di migliorarne la funzionalità respiratoria.

Rinoplastica: non solo per avere il nasino all’insù
La rinoplastica è un intervento chirurgico di correzione del naso. Può essere eseguito per correggere l’aspetto estetico del naso o per aiutare il paziente a respirare in modo corretto. “Infatti l’intervento incide anche sulla dinamica respiratoria – spiega il dottor Simone Grappolini, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Humanitas. Sulla funzione del respiro, infatti, non influisce solo la modifica del setto, come un tempo si era propensi a credere, ma anche quella dell’architettura delle strutture, cartilaginee ed ossee, che formano la parte anteriore del naso. In particolare si interviene sul vestibolo, formato dalle cartilagini alari che delimitano le narici e sulla regione valvolare, più interna e delimitata dal setto cartilagineo e dal turbinato e infine sul turbinato stesso, ossia su di un ossicino posto sulla parete laterale e ricoperto di mucosa molto vascolarizzata”.

Per abbattere le resistenze respiratorie
“E’ a livello di queste componenti che si ha la maggior parte, circa i due terzi, delle resistenze respiratorie, – continua Grappolini – perché il flusso dell’aria immesso dall’inspirazione è ancora turbinoso, mentre posteriormente diventa laminare. Ecco perché le parti posteriori come il setto, dove prima ci si accaniva maggiormente, in realtà comportano minori problemi respiratori.
In caso di problemi respiratori nasali, la correzione chirurgica mira ad abolire le resistenze respiratorie modificando la piramide nasale. Il che, evidentemente, può anche comportare un miglioramento estetico. Ma è quello funzionale il miglioramento che si persegue – precisa il dottor Grappolini – un po’ lo stesso effetto provocato dal cerotto utilizzato dagli atleti, che allarga le narici favorendo la respirazione. Al contrario, un tempo le rinoplastiche, eseguite a scopo essenzialmente estetico, potevano addirittura comportare un peggioramento delle capacità respiratorie nasali. Per via dei tipi di incisione, di correzioni (narici molto piccole, alla francese) e di cicatrici che, spesso, incidevano negativamente sull’attività della valvola e del vestibolo, aumentando le resistenze”.

Un intervento senza complicazioni
Negli ultimi anni nel settore delle rinoplastiche c’è stata, quindi, un’inversione di tendenza, unita ad un miglioramento delle tecniche chirurgiche.: “L’intervento non è né complicato né doloroso – conclude il dottor Grappolini. Avviene normalmente in anestesia generale e in regime di day hospital, compatibilmente con le condizioni generali del paziente. Non comporta problemi particolari nemmeno nel postoperatorio: i tamponi endonasali vengono applicati ormai solo in casi rarissimi. Si usano invece laminette in silicone estremamente morbide che, fissate ai lati del setto con un punto di sutura, permettono di respirare senza difficoltà fin da subito dopo l’operazione. E che vengono rimosse dopo due o tre settimane”.

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