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Basta con le rughe e le palpebre cadenti

05/02/2008

Un compendio della chirurgia delle palpebre che va dall’anestesia alle varie tecniche di blefaroplastica, al lifting e all’utilizzo della tossina botulinica per la riduzione delle rughe nella regione fronto-orbitaria. Blefaroplastica e tecniche ancillari è il titolo del libro recentemente pubblicato dal dott. Simone Grappolini, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica I di Humanitas, e che si rivolge agli specialisti del settore. L’abbiamo intervistato.

A chi si rivolge il suo libro?
“Questa monografia è rivolta a tutti coloro che si occupano di chirurgia estetica e tratta di tutte le tecniche che possono essere utilizzate nella chirurgia estetica orbito-palpebrale. Ho ritenuto opportuno affrontare l’argomento a 360 gradi. Le palpebre sono determinanti nello sguardo e quindi nel rendere giovanile o accattivante un viso. Questo deve essere tenuto ben presente quando ci imbattiamo nelle problematiche di queste strutture anatomiche. Non solo, le palpebre sono elementi anatomici complessi e delicati con funzioni importantissime nel sistema visivo. Basti pensare alla delicata protezione che le palpebre offrono al bulbo oculare e alla complessità dei propri movimenti. Queste semplici considerazioni non devono essere perse di vista quando si affronta la chirurgia di questo distretto e un apparentemente banale intervento di blefaroplastica. Ho quindi cercato di mettere insieme, in questa monografia, tali aspetti e di fornire un quadro d’insieme della chirurgia plastica della regione orbitaria. Ho ritenuto importante integrare questo volume con capitoli scritti non da chirurghi, ma da professionisti che hanno a che fare in un modo o nell’altro con questa chirurgia. Sono l’oculista, l’anestesista e il medico legale”.

Quali sono gli interventi che riguardano la regione orbito-palpebrale?
“Ci sono svariati problemi estetici che possono riguardare questa regione. Quello di cui più si sente parlare è il problema delle cosiddette palpebre cadenti. Si è in presenza di un allungamento e di un ispessimento della cute del muscolo palpebrale superiore che porta a quello che viene chiamato scientificamente una blefarocalasi. Inferiormente si può presentare una certa lassità del tessuto che porta alla formazione di borse. Un indebolimento della rima palpebrale, invece, provoca il cosiddetto ectropion, cioè l’abbassamento della palpebra inferiore. In questi casi esistono in chirurgia diversi approcci, anche mini-invasivi, che consentono di risolvere il problema. Non sempre la ragione che spinge a intervenire chirurgicamente è puramente estetica. Queste situazioni possono infatti diventare patologiche: in caso di ectropion, ad esempio, il bulbo oculare rimane scoperto e si può andare incontro a cheratiti.
Interessante è il capitolo relativo all’utilizzo del botulino, che può essere utilizzato per eliminare le rughe tra gli occhi e le cosiddette ‘zampe di gallina’. Il botulino, accanto ai filler e ai laser per il resurfacing, rappresenta la vera novità del nuovo millennio. L’uso appropriato del botulino può permettere anche un innalzamento del sopracciglio, che in passato veniva corretto mediante un lifting frontale, un vero e proprio intervento chirurgico”.

A cura di Elena Villa

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