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Apparato respiratorio

Fumo, i livelli della dannosa proteina C-reattiva scendono dopo 8 anni senza sigarette

08/01/2019

L’età del fumatore non conta. Per far scendere i livelli della dannosa proteina C-reattiva ci voglio almeno 8 anni. E gli effetti sono sempre visibili, indipendentemente dall’età del fumatore, ma prendendo in esame i risultati delle analisi condotte su oltre tremila fumatori, gli studiosi hanno concluso che i valori della proteina, un importante marcatore dell’infiammazione, scendono progressivamente in modo significativo solo dopo l’ottavo anno passato senza toccare una sigaretta. In generale però gli esperti in questo campo non hanno dubbi: prima si abbandonano le sigarette, meglio è. Abbiamo commentato i risultati dello studio pubblicato recentemente sulle colonne della rivista «Scientific Reports» con la dottoressa Licia Siracusano, onco-ematologa di Humanitas.

 

Valori dell’infiammazione connessi al rischio di ammalarsi di tumore

Più alti sono i livelli dell’infiammazione marcata dal valori della proteina C-reattiva, maggiori sono anche le probabilità di ammalarsi di tumore del polmone e del colon-retto, oltre che andare incontro a eventi acuti cardio (infarto) e cerebrovascolari (ictus). Il vantaggio non sarebbe però godibile a breve termine, ma soltanto dopo diversi anni dalla cessazione del fumo. Da qui l’importanza di «spezzare la catena» quanto prima, in modo da poter usufruire dei benefici per un tempo più lungo. Utilizzando i dati di due studi sullo screening per il tumore del polmone condotti su 3050 fumatori ed ex fumatori tra il 2000 e il 2010, i ricercatori hanno notato che la prevalenza di un alto livello infiammatorio era ridotta del venti per cento negli ex-fumatori rispetto a quelli attuali. Dopo quattro anni dall’ultima sigaretta, i livelli di Pcr diminuivano significativamente con l’aumentare degli anni di astinenza: con una riduzione di circa il cinquanta per cento dopo otto anni dalla cessazione rispetto a chi continuava a fumare. Un’ulteriore analisi dopo un tempo medio di quasi tre anni e mezzo ha invece confermato che non vi era una riduzione significativa nei valori almeno fino a quattro anni dalla cessazione del fumo. Un risultato che ha chiarito il ruolo della cessazione del fumo sulla Pcr.

È sempre il momento giusto per smettere

Smettere di fumare è utile anche dopo i cinquant’anni, ma è possibile abbattere il rischio in chi ha un alto stato infiammatorio agendo sugli altri fattori che possono ridurlo: ovvero alcuni farmaci, una dieta più sana e una regolare attività fisica. Conta di più inoltre la lunghezza del periodo della vita in cui ci si è esposti al fumo che non le sigarette fumate. Anche il peso corporeo ha un ruolo determinante ma, dal momento che ci vogliono diversi anni perché la Pcr si riduca, lo studio ribadisce l’importanza di smettere di fumare il più presto possibile. I livelli di Pcr inoltre non sono influenzati soltanto dal fumo, ma anche dal peso corporeo e dalla percentuale di massa grassa. Motivo per cui, per vedere calare il valore, occorre agire su diverse componenti. Importante è anche seguire un programma di controllo del peso in concomitanza con il momento in cui si smette di fumare.

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