Il salto in lungo è uno sport che, come molti altri, comporta il rischio di lesioni, traumi e infiammazioni, specialmente a carico delle articolazioni delle gambe, in particolare la caviglia e il ginocchio. Questi rischi sono maggiori nelle fasi di stacco e atterraggio, che richiedono una notevole potenza esplosiva e precisione.
Ne parliamo con il dottor Federico D’Amario, Responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva di Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X.
Quali sono le fasi del salto in lungo?
Il gesto atletico nel salto in lungo è suddiviso in più fasi:
- Rincorsa. L’atleta parte da fermo e accelera gradualmente con una corsa di 30-45 metri, mantenendo il busto eretto e le ginocchia alte. Negli ultimi tre passi, l’atleta coordina il movimento per prepararsi allo stacco.
- Stacco. È l’inizio del volo, dove l’atleta sfrutta la forza esplosiva per lasciare il suolo.
- Volo. Questa fase avviene in aria e serve a coprire la maggiore distanza possibile. È fondamentale mantenere l’equilibrio per prepararsi all’atterraggio.
- Atterraggio. L’atleta estende le gambe in avanti per il contatto con la sabbia, cercando di mantenere l’equilibrio per evitare di cadere all’indietro.
I principali muscoli e articolazioni coinvolti in queste fasi sono i quadricipiti, i bicipiti femorali, il grande gluteo, il tensore della fascia lata, il semitendinoso, il semimembranoso, il tibiale anteriore, il gastrocnemio, il soleo, l’articolazione della caviglia, del ginocchio e dell’anca.
Le fasi più critiche per il rischio di traumi nel salto in lungo sono lo stacco e l’atterraggio. Durante lo stacco, l’estensione vigorosa del piede e della gamba sottopone le articolazioni a notevoli sollecitazioni. Nell’atterraggio, invece, l’impatto provoca uno shock che viene attenuato dalla flessione di ginocchio e caviglia, ma che può comunque risultare in lesioni se non adeguatamente gestito.
Salto in lungo: le cause degli infortuni
In generale, per gli sportivi amatoriali, i traumi nel salto in lungo sono causati da un mancato riscaldamento, o da una sollecitazione eccessiva dei muscoli e dei legamenti rispetto alla loro capacità di resistenza meccanica.
Ci sono poi alcune conformazioni del corpo in grado di aumentare il rischio di lesioni, come:
- sollecitazioni eccessive di muscoli e legamenti. Muscoli non sufficientemente forti o troppo contratti possono esporre le articolazioni a distorsioni o lesioni, nonché provocare lesioni ai muscoli e agli stessi legamenti.
- Diversa lunghezza degli arti. Anche piccole differenze nella lunghezza degli arti possono aumentare la predisposizione a traumi, soprattutto a carico di anca e ginocchio, poiché alterano la distribuzione delle forze durante l’esercizio.
- Alterato appoggio del piede. Supinazione, pronazione, piede arcuato o piatto possono causare dolore e aumentare il rischio di lesioni.
- Disallineamenti delle ginocchia: Gambe arcuate o a X possono aumentare il rischio di traumi e lesioni da sovraccarico, specie nelle donne.
Come prevenire gli infortuni nel salto in lungo?
La prevenzione degli infortuni nel salto in lungo richiede una preparazione fisica mirata e una gestione attenta dell’allenamento. Alcuni consigli per prevenire lesioni includono:
- Allenamento mirato. Seguire un programma di allenamento che sviluppi in modo armonico la resistenza e la forza di tutti i gruppi muscolari, con particolare attenzione al potenziamento del polpaccio e del quadricipite.
- Rispetto dei tempi di riposo. Assicurarsi che l’atleta rispetti i tempi di recupero tra gli allenamenti per evitare l’affaticamento e il conseguente aumento del rischio di infortuni.
- Esercizi di rinforzo. Prestare particolare attenzione agli esercizi di rinforzo muscolare per il polpaccio e il quadricipite, poiché la loro debolezza può aumentare il rischio di infortuni, specialmente al ginocchio.
