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Sistema nervoso

Alzheimer, in Italia ne soffrono 600mila persone. Ecco dieci segnali da non sottovalutare

25/01/2019

In Italia circa seicentomila persone soffrono di Alzheimer. Uno degli ostacoli alla cura di questa patologia è rappresentato dal fatto che questa patologia non ha dei sintomi chiari e distinti al suo esordio. Quando si arriva ai «buchi» di memoria, solitamente la demenza è già conclamata e non si può far altro che cercare di ritardarne la progressione. Per anni, anche decenni, i sintomi possono essere minimi. Eppure, sono diversi i segnali da cogliere che, se messi assieme, devono quanto meno indurre ad approfondire gli accertamenti. Uno di questi è dato dall’alterazione del linguaggio che, in una persona adulta o anziana che non ne ha mai sofferto prima, potrebbe far sospettare una diagnosi di Alzheimer. A confermare l’ipotesi è l’esito di una ricerca realizzata da un gruppo di scienziati dell’Università di Bologna e dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, pubblicata sulla rivista “Frontiers in Aging Neuroscience”. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Lara Fratticci, neurologa di Humanitas.

 

 

Il legame tra linguaggio e declino cognitivo

Durante l’esperimento, condotto su 96 soggetti, a ogni partecipante è stato chiesto di descrivere a parole prima i dettagli di un’immagine, poi una loro tipica giornata di lavoro e infine l’ultimo sogno che ricordavano. Una volta raccolte, le risposte sono state analizzate utilizzando specifiche tecniche di elaborazione del linguaggio naturale: capaci di esaminare il ritmo e il suono delle parole, l’uso del lessico e della sintassi e altri dettagli delle produzioni linguistiche. L’allungamento delle pause, la ridotta frequenza con cui si emettono le parole e uno stile discorsivo poco fluente sembravano essere indicatori sensibili di una condizione di declino cognitivo lieve.

Dieci segnali da non sottovalutare

L’impoverimento del linguaggio, il deficit acustico, la mancanza di informazioni e un elevato tasso di errori sintattici e grammaticali sono fra le spie da non trascurare. Riuscire a individuare questi piccoli segnali potrebbe diventare fondamentale anche per affrontare in modo efficace altre malattie spesso curabili. L’Alzheimer provoca un lento declino delle capacità cognitive e non esiste al momento la possibilità di predire lo sviluppo o meno della malattia. Eppure gli esperti indicano almeno dieci possibili campanelli d’allarme: la comparsa di amnesie, l’impossibilità nel portare a termine compiti semplici, i disturbi del linguaggio, la difficoltà di ragionamento, il disorientamento nel tempo e nello spazio (domande riguardanti il giorno della settimana o il luogo in cui si è o si è stati, possono diventare difficili), l’irritabilità e il delirio, l’ansia e la depressione, l’apatia e l’abulia.

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