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Dermatologia

Prendere il sole? Fa bene alla salute e all’umore, basta non esagerare

29/05/2019

Come in tutte le cose, il punto sta nel non esagerare. Vale anche con l’abbronzatura, fino a poco tempo fa erroneamente demonizzata. La moda di iperproteggersi dal sole infatti non risulta essere così salutare come sembrava. Gli esperti confermano infatti che la carenza di vitamina D che molte persone soffrono deriva proprio dalla poca esposizione alla luce naturale dei raggi solari. Certo, non bisogna esagerare o scottarsi per non aumentare il rischio di tumori cutanei. Ne abbiamo parlato con il dott. Antonio Costanzo, responsabile di Dermatologia all’Istituto Clinico Humanitas.

 

Prendere il sole fa bene, basta non esagerare

Ecco una buona notizia, non solo per i fanatici della tintarella. Prendere il sole fa bene alla salute. Basta dunque con gli allarmismi: i dermatologi sono i primi a decantare i benefici dell’esposizione solare su molteplici fronti, dal cuore, alle difese immunitarie, fino alla depressione.

Sembra finita, insomma, l’ora in cui il culto del prendere il sole quale segno di salute era stato messo sotto accusa dai salutisti ed era tornato di moda l’incarnato diafano, ottenuto grazie alle protezioni dalla 50 in su. Se la schermatura totale non è più quello che gli specialisti consigliano, è bene però ricordare come il troppo sole e la pelle scottata possano aumentare il rischio di ammalarsi di tumori cutanei. Come sempre quindi la virtù sta nel mezzo.

Quanto proteggere i bambini dal sole?

Le scottature più pericolose sono quelle che si prendono in tenera età, quando le cellule sono ancora molto giovani e sensibili. E quelle ripetute nel tempo sulla stessa zona. È quindi importante continuare a proteggere con schermature alte la pelle dei più piccoli, molto più sensibile e delicata. Anche per gli adulti però vale la regola che il sole preso senza protezione invecchia e macchia la pelle.

Non bisogna però schermarsi troppo, se non si vuole correre il rischio di non accumulare abbastanza vitamina D, quella cioè che per essere prodotto ha bisogno dell’energia del sole.

 

La carenza di vitamina D: ossa più fragili e patologie a rischio

Quello della carenza della vitamina D è un problema diffuso. La giusta quantità sarebbe 40 unità (fra i 20 e i 25 nanogrammi per millilitro). La maggior parte delle persone però ce l’ha sotto le 20 unità, con la conseguenza che ossa e denti sono più fragili e si è più esposti a squilibri fra cui patologie cardiovascolari, depressione ed infertilità.

«Tra i miei pazienti non ce n’è uno che abbia livelli di vitamina D nella norma», ha confermato Antonio Costanzo, responsabile di Dermatologia all’Istituto Humanitas di Rozzano. «Non so quanto dipenda dal fatto che so no state alzate le soglie, ma sono tutti sotto i valori consigliati».

«Il sole influisce sul sistema immunitario in due modi – ha detto Costanzo -: tramite la vitamina D favorisce la produzione di peptidi, sostanze chimiche che hanno una potente azione antimicrobica, mille volte superiore alla penicillina: non solo uccidono i batteri, ma al sistema immunitario dicono “attenzione, c’è qualcosa che non va”».

 

Il sole alleato del sistema immunitario

Il sole è anche uno dei migliori alleati del sistema immunitario, implicato nella crescita dei tumori. Questa scoperta è stata fatta di recente da un team di ricercatori del Georgetown University Medical Center, che hanno affermato come, attraverso la sua cosiddetta «frazione blu»,il sole riesce a penetrare più in profondità nel derma. «Lì ci sono tanti linfociti T, le cellule sentinella fondamentali per il sistema immunitario – ha continuato Costanzo -. L’anno scorso lo studio dei ricercatori americani, apparso su Nature scientific report, ha mostrato che la componente blu dello spettro solare aumenta la capacità di muoversi dei linfociti T e la loro produzione di perossido d’idrogeno: il perossido di idrogeno è l’acqua ossigenata, quindi un antibatterico”. Esposizioni alla luce blu dello spettro solare potrebbero essere un modo per contrastare le infezioni. “Un’altra ricerca apparsa su Science ha dimostrato che esporsi alla luce solare abbassa in maniera significativa la pressione arteriosa – ha concluso lo specialista -, mentre l’effetto anti-ipertensivo del sole è stato confermato anche da alcuni esperimenti del dermatologo Richard Weller dell’Università di Edimburgo, riportati dalla rivista New Scientist”.

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