Cuore e sistema cardiovascolare

I problemi cardiovascolari sono la prima causa di decesso in Italia: conosci l’abc della prevenzione?

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La chiave per evitare i problemi cardiovascolari è la prevenzione. Per delle malattie che rappresentano la prima causa di morte in Italia con quasi 250mila decessi all’anno il primo argine può essere quello rappresentato da un corretto stile di vita; scelta che permette di ridurre tanti e diversi fattori di rischio. È di questi che abbiamo parlato con la dottoressa Marcella Luvini, cardiologa di Humanitas Medical Care Varese.

 

Identikit dei fattori di rischio

Sono diversi gli studi che hanno dimostrato che l’assenza o l’eliminazione dei fattori di rischio cardiovascolare nella fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni previene in modo significato l’insorgenza di malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus. «Cominciamo a distinguere i fattori di rischio in modificabili, ossia ipertensione, dislipidemia, glicemia, e non modificabili, età, etnia, sesso, familiarità per malattie cardiovascolari –spiega Luvini; questa distinzione è di importanza fondamentale per pianificare interventi educazionali e terapeutici». Non bisogna poi dimenticare che è la concomitanza di uno o più fattori di rischio a determinare un aumento esponenziale del rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare.

Lo stile di vita è salute

Siamo quello che mangiamo; da qui l’accento posto sull’importanza di una dieta sana, modo per mantenere un giusto livello di colesterolo e una corretta pressione arteriosa. La dieta mediterranea è considerata un modello di alimentazione corretta: verdura, frutta, cereali, pesce, olio di oliva, moderato consumo di alcol, basso consumo di carne rossa, insaccati e, in generale, grassi saturi. Altamente raccomandata è l’attività fisica, che offre benefici a fronte di un impegno facilmente sostenibile. È sufficiente, infatti, praticare 30 minuti al giorno di attività moderata, come camminare, pedalare o nuotare. Dagli alleati ai nemici: il fumo è uno dei fattori più importanti nell’aumento del rischio cardiovascolare. Gli ex fumatori, ad esempio, hanno un rischio cardiovascolare intermedio: chi non fuma per almeno 10 anni ha un rischio che si avvicina a quello dei non fumatori.

 

Diagnosi e prevenzione secondaria

«Diverso è il discorso per le persone ad “alto rischio” –conclude Luvini. Per questi soggetti è necessaria l’identificazione precoce e la correzione dei fattori di rischio attraverso uno screening adeguato e completo, da farsi in occasione di visite di controllo con la prima raccolta delle informazioni, gli esami del sangue e un’eventuale terapia farmacologica. Stesso discorso per la prevenzione secondaria: i pazienti che già hanno avuto una malattia cardiaca devono osservare un attento controllo dei fattori di rischio, non interrompere il trattamento farmacologico e sottoporsi a periodici controlli clinico-strumentali, che sono solitamente semestrali o annuali».