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Apparato respiratorio

Fumo, i divieti efficaci per la salute dei bambini

24/02/2018

Le norme anti-fumo funzionano. Da quando sono state introdotte, nel mondo la salute dei bambini è migliorata notevolmente. E si è ridotto anche il numero dei parti prematuri. A indicarlo è una ricerca pubblicata su Lancet Public Health e realizzata da ricercatori della University of Edinburgh (Regno Unito) e dell’Erasmus University Medical Centre (Olanda): «Si tratta di una conferma dell’efficacia delle normative vigenti in molti Paesi del mondo per la tutela della salute dei bambini, in primo luogo, ma anche degli adulti. Sono uno strumento importante per il contrasto al fumo di sigaretta e anche per indurre sempre più persone a smettere di fumare», aggiunge la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo di Humanitas Cancer Center.

Meno accessi in ospedale

I ricercatori hanno condotto una meta-analisi su quarantuno studi riferiti a popolazioni di America del Nord, Europa e Cina dove le politiche per il controllo del tabacco sono state introdotte nei decenni scorsi. Gli studi avevano analizzato dati relativi a cinquantasette milioni di nascite e a 2,7 milioni di accessi in ospedale.

È emerso che il numero dei bambini che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per le infezioni alle alte vie aeree è diminuito di oltre il 18% da quando queste leggi sono diventate vigenti. Oltre a questo è stata registrata anche una riduzione di poco meno del 10% del numero di attacchi di asma riferiti e infine una riduzione del numero dei parti pretermine pari al 4%.

I minori e il fumo passivo

Negli ultimi anni in Italia il legislatore ha adottato delle importanti misure per limitare l’impatto del fumo passivo sulla salute. Ad esempio la storica legge anti-fumo del 2003, con cui si è imposto il divieto di fumare nei locali pubblici chiusi, che ha avuto i suoi frutti con una riduzione del numero di fumatori (in dieci anni, secondo l’Istat, si è passati dal 23,8% al 19,5% nel 2014) e anche del numero di infarti del 5% annuo, ricorda il ministero della Salute. Nel 2016 con un decreto legislativo si è invece introdotto, fra le altre disposizioni, il divieto di fumare nelle automobili in presenza di minori o donne in gravidanza.

I bambini sono infatti i soggetti più vulnerabili di fronte all’esposizione al fumo di sigaretta. Basti pensare, come ricordano gli autori della ricerca, che nel mondo la metà dei bambini è regolarmente esposta al fumo passivo e che il 28% delle 600.000 morti associate al fumo passivo si verificano tra questi: «Per un minore i rischi associati al fumo passivo cominciano già durante la gravidanza se la mamma fuma. Inoltre respirare fumo passivo può aumentare il rischio di affezioni come bronchite, polmonite e asma, oltre ai danni sul sistema circolatorio», sottolinea la dottoressa Siracusano.

«Per questo motivo vanno incoraggiate tutte le misure possibili per portare avanti con successo la lotta al fumo di sigaretta anche grazie a misure di legge e all’aumento di tasse e prezzi sui pacchetti di sigarette. In questo modo si può scoraggiare sempre di più questa dipendenza, come sottolineato dai massimi esperti internazionali a cominciare dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità», conclude la specialista.

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