Fumare fa male, sempre. Ancor più in gravidanza, durante la quale il fumo è nocivo non solo per la madre, ma anche per il nascituro.
Per questo è particolarmente importante smettere di fumare quando si scopre di avere una gravidanza in corso: i danni che il fumo provoca sono tutt’altro che trascurabili.
Abbiamo approfondito l’argomento con la dottoressa Licia Siracusano, coordinatrice del Centro Antifumo di Humanitas.
Il fumo danneggia il feto
Il fumo comincia a fare danni al bambino ben prima della sua nascita. Il fumo passivo a cui il feto è esposto, sia se la madre è fumatrice, sia se lei stessa è esposta al fumo passivo, può provocare il manifestarsi di malformazioni e ritardi nella crescita.
In particolare, il feto subisce gli effetti del fumo molto più degli adulti in quanto i suoi organi non sono maturi e devono ancora svilupparsi, e di conseguenza anche la disintossicazione dalle sostanze nocive è più difficoltosa, poiché nel feto i sistemi enzimatici necessari non sono ancora completamente sviluppati.
Fra i figli di madre fumatrice, un bambino su sette nasce prematuro. Il fumo aumenta del 6,7% il rischio di parto anticipato, che di solito avviene in circa il 20% dei casi.
Non solo: se una donna incinta fuma più di 20 sigarette al giorno, il rischio di un distacco della placenta, che provoca la morte del feto, raddoppia. I danni aumentano esponenzialmente in base all’aumentare delle sigarette fumate al giorno.
Altri effetti del fumo in gravidanza
La nicotina riduce il flusso sanguigno nella placenta: se i tessuti del feto vengono irrorati di meno, conseguirà un ritardo della crescita e uno scarso aumento di peso.
La circonferenza del cranio, l’altezza, il peso dei bambini nati da madri fumatrici sono ridotti rispetto alla norma: per quanto riguarda il peso, in particolare, si stima che, se la gestante fuma da una a cinque sigarette al giorno, il bambino potrebbe nascere con un peso inferiore al normale di 150 grammi; se le sigarette superano le 20, i grammi in meno possono essere anche 350.
Ancora, il fumo influisce anche sullo sviluppo polmonare del feto: circa il 28% dei feti di madri fumatrici nel primo anno di vita sviluppa almeno un disturbo di natura asmatica alle vie respiratorie.
Gli effetti negativi del monossido di carbonio
Una donna incinta che fuma passa al feto, insieme ai nutrimenti e all’ossigeno, il monossido di carbonio. La stessa cosa, anche se in quantità minori, accade quando la madre è esposta a fumo passivo.
Il feto non riesce a eliminare il monossido rapidamente come una persona già formata, dal momento che i polmoni non dispongono di uno scambio con l’esterno. Il suo sviluppo ne sarà certamente compromesso.
Una donna incinta può assumere trattamenti per smettere di fumare?
Se una fumatrice scopre di essere incinta o ha intenzione di provare ad avere un bambino, smettere di fumare è fondamentale per salvaguardare la salute del nascituro e la propria. Chi si trova in questa situazione può rivolgersi a uno dei numerosi centri antifumo dove potrà confrontarsi con uno specialista, che vedrà se proporre o meno trattamenti sostitutivi con nicotina.
In ogni caso, è bene smettere di fumare anche se il bambino è già nato o la gravidanza è in fase avanzata. Anche se per la madre potrebbe risultare difficile, il feto non subirà alcun tipo di stress, ma beneficerà fin da subito dell’assenza del fumo.