Se le donne vengono colpite da anemia durante la gravidanza la loro tiroide è a rischio. Con la carenza di ferro, una delle principali cause di anemia, sale il rischio di ipotiroidismo. Un gruppo di ricercatori del Centre Hospitalier Universitaire Saint Pierre di Bruxelles (Belgio) ha condotto uno studio che dimostra proprio la relazione tra anemia da deficienza di ferro e tiroide. La ricerca è stata pubblicata su European Journal of Endocrinology.
L’anemia da carenza di ferro è una delle condizioni tipiche della gravidanza: ne soffrirebbe 1 donna su 3. Le conseguenze possono essere molto pericolose: da complicanze come parti pre-termine e aborti spontanei all’insorgenza di disordini del funzionamento tiroideo.
Perché è importante mantenere piene le riserve di ferro nei nove mesi di gestazione?
Il ferro gioca un ruolo cruciale per il normale funzionamento della perossidasi tiroidea, una proteina essenziale affinché la tiroide funzioni correttamente. Le donne in gravidanza hanno bisogno di produrre una maggiore quantità di ormone tiroideo per garantire il completo sviluppo cerebrale del feto, in particolare durante il primo semestre quando ancora nel feto non si è formata la tiroide.
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I ricercatori hanno seguito 1900 donne nel primo trimestre di gravidanza. Hanno misurato il livello di ferritina nel sangue (indicatore della carenza di ferro), degli anticorpi contro la perossidasi tiroidea (che indicano l’autoimmunità tiroidea, una malattia in cui il sistema immunitario erroneamente distrugge le cellule della tiroide causando una riduzione dei livelli di ormone tiroideo) e due parametri indicatori dello stato di salute della ghiandola. Uno di questi è il TSH, l’ormone dell’ipofisi che stimola la tiroide a produrre ormoni.
È emerso che il 35% delle donne in gravidanza soffrivano di anemia da carenza di ferro. Il dato più rilevante è che in presenza di carenza di ferro era più frequente il riscontro di patologia autoimmune della tiroide. Infatti, il 10% di queste donne soffriva di autoimmunità tiroidea (il 6% fra le non anemiche) e il 20% delle donne con anemia presentava un ipotiroidismo subclinico, una forma più lieve di ipotiroidismo, rispetto al 16% delle non anemiche.
«Tra le cause dell’alterazione della funzione tiroidea in gravidanza sembrerebbe dunque esserci anche la carenza di ferro, associata pertanto all’autoimmunità tiroidea», afferma il professor Andrea Lania, docente di Endocrinologia presso Humanitas University e responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia dell’ospedale Humanitas.
Il benessere della tiroide deve guardarsi dunque da diversi pericoli
«Dalla carenza di ferro, come sembrano indicare questi dati non ancora definitivi, ma certamente dalla carenza di iodio. Il fabbisogno di iodio, da assicurare in maniera regolare sempre, in gravidanza aumenta ad almeno 200 microgrammi al giorno. Già a partire dal concepimento bisogna garantire questo maggior fabbisogno per scongiurare il rischio di ipotiroidismo, una condizione che può avere effetti negativi sulla gravidanza e sullo sviluppo del feto».
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Come intervenire? «Il punto fondamentale è definire la soglia di TSH, in particolare nel primo trimestre, oltre cui iniziare una terapia con ormone tiroideo. In particolare, le linee guida internazionali suggeriscono di iniziare una terapia sostitutiva in presenza di autoimmunità tiroidea e TSH maggiore di 2,5. Va infatti ricordato come i range di normalità del TSH siano diversi in corso di gravidanza e nelle diverse fasi della stessa», conclude lo specialista.
Per prevenire anemia e carenza di iodio è bene alimentarsi correttamente. Oltre al sale iodato, questo prezioso elemento si può ricavare dal consumo di pesce e crostacei. Di ferro, invece, sono ricchi carni rosse, legumi, uova, verdura a foglia verde scura e frutta secca.