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Gravidanza e anemia, integratori di ferro solo se necessario

08/08/2016

Almeno il 40% delle donne in gravidanza sono anemiche, stima l’Organizzazione mondiale della Sanità. In 1 caso su 2 si tratta di anemia da carenza di ferro, una delle condizioni più comuni durante i 9 mesi di dolce attesa (e non solo). In questo periodo l’organismo va incontro ad alcune modificazioni fisiologiche per i bisogni del feto, ad esempio aumenta progressivamente il volume di sangue materno per assolvere alle esigenze del metabolismo della donna e del nascituro.

Il sangue, inoltre, diventa più diluito, ovvero diminuisce la concentrazione di globuli rossi ed emoglobina, la proteina che i globuli stessi contengono e che ha il compito di trasportare l’ossigeno. Un elemento fondamentale per la formazione dell’emoglobina è proprio il ferro. L’organismo dispone di scorte di ferro che però, durante la gravidanza, possono diminuire per le aumentate necessità metaboliche di donna e feto. Per questo motivo si può andare incontro ad anemia.

(Per approfondire leggi qui: Gravidanza, qual è la migliore alimentazione nei nove mesi d’attesa?)

Un basso livello di emoglobina in gravidanza è stato associato a un maggior rischio di parto prematuro e a una maggiore mortalità per mamma e nascituro. Inoltre la carenza di ferro può pregiudicare la crescita del feto e il suo sviluppo anche dopo la nascita. Saranno gli esami a cui periodicamente la donna viene sottoposta nei 9 mesi a rilevare eventuali carenze di ferro e a stimare il rischio di anemia.

Ferro anche in legumi, uova e frutta secca

«Per una donna è importante arrivare in condizioni ottimali alla gravidanza. Per questo è bene che sia rispettato uno stile di vita sano, con una dieta varia che assicuri l’apporto necessario di ferro», evidenzia la dottoressa Barbara Sarina, ematologa dell’ospedale Humanitas. «La corretta alimentazione dovrà essere mantenuta in seguito durante i 9 mesi di gestazione. Le fonti principali di ferro sono le carni rosse il cui contenuto di ferro è immediatamente disponibile. Ma non è necessario mangiare prodotti di origine animale per introdurlo: va bene anche una dieta ricca di legumi, uova, verdura a foglia verde scura e frutta secca».

Un’alimentazione ricca in frutta, verdura e legumi, è indicata anche perché contiene folati e quindi può aiutare a ridurre il rischio di malformazioni congenite del nascituro. Come riferisce il ministero della Salute, è stato dimostrato che un’adeguata assunzione di acido folico è efficace nella prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale e di altre malformazioni congenite permettendo una riduzione del rischio fino al 70%. E anche l’acido folico può essere causa di anemia.

(Per approfondire leggi qui: Acido folico, fondamentale in gravidanza)

Non sempre però la sola alimentazione è in grado di fornire questi importanti nutrienti: «Nei casi in cui c’è necessità di un maggior apporto di ferro o di acido folico può essere utile ricorrere a integratori, sempre dietro indicazione del medico o dello specialista», aggiunge in conclusione la dottoressa Sarina.

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