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Rio 2016, nuotatori contro il doping per uno sport pulito

11/08/2016

A Rio 2016 è Phelps contro Efimova, Lacourt e Horton contro Sun Yang. Non si tratta di duelli in vasca ma di prese di posizioni di nuotatori puliti contro nuotatori squalificati per doping. Il campione francese Camille Lacourt si è detto triste nel vedere come si sia ridotto il suo sport, con “2-3 dopati ogni finale”. Il plurimedagliato Michael Phleps s’è scagliato invece contro la nuotatrice russa Yulia Efimova, riammessa in extremis alle gare di Rio e vincitrice dell’argento nei 100 rana.

«Per la prima volta è partito un messaggio molto forte contro il doping dagli stessi atleti. Prima erano solo giudici e istituzioni sportive a occuparsi della questione, ora entrano in gioco direttamente i nuotatori», sottolinea il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del ginocchio e traumatologia dello sport dell’ospedale Humanitas. «È importante che siano stati loro a reclamare gare corrette, pulite in cui tutti possano partire alla pari in cui emergano davvero ed esclusivamente la bravura e il talento».

(Per approfondire leggi qui: No al doping, sì allo sport pulito nelle scuole)

Anche i tifosi dalla parte dei nuotatori contro il doping

«In fin dei conti – aggiunge il dottor Volpi – è quello che vogliamo noi appassionati quando guardiamo lo sport in tv: che siano gare trasparenti, non truccate. Non ha senso che su manifestazioni sportive internazionali importanti arrivi l’ombra del doping». E l’appoggio dei tifosi gli atleti l’hanno ricevuto in presa diretta proprio in piscina.

(Per approfondire leggi qui: Lo sai che il nuoto è amico del cuore?)

Prima della gara dei 200 sl maschili il nome della futura medaglia d’oro Sun Yang, squalificato per doping nel 2014, è stato subissato di fischi e “buu” provenienti dagli spalti. Anche alla russa Efimova è toccata la stessa sorte: appena il suo nome è rimbombato dagli altoparlanti sono arrivati i fischi. L’australiano Mack Horton s’era preso prima una sorta di rivincita morale sul cinese battendolo nella finale dei 400 sl, quella del bronzo all’italiano Detti.

In questa edizione delle Olimpiadi, nel nuoto, sembra esserci un ritorno della tecnica a scapito della fisicità: «Lo standard è ormai quello di una fisicità esplosiva in tutti gli atleti, allora a far la differenza è davvero la tecnica. Non basta puntare su muscoli e resistenza quando è la tecnica che premia. E sulla tecnica non c’è doping che tenga», conclude il dottor Volpi.

 

Foto tratta da Sport Mediaset

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