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Per i “baci” del suo cane una donna inglese è stata colpita da sepsi

18/07/2016

In terapia intensiva per i “baci” del suo cane. Una donna inglese di 70 anni è stata ricoverata in ospedale dove le è stata diagnosticata una grave insufficienza renale. Il suo organismo era stato infettato da un batterio trasmesso dalle leccate che riceveva dal suo amico a quattro zampe, un piccolo levriero italiano.

Il caso, piuttosto raro ma potenzialmente letale di setticemia, un’infezione generalizzata a tutto l’organismo dovuta all’ingresso nel circolo sanguigno di batteri, è stato descritto su BMJ Case Reports dai medici che hanno curato l’anziana paziente. La donna era al telefono con un suo parente che ha però chiamato i soccorsi quando l’ha sentita parlare in maniera confusa. Il personale paramedico ha trovato la donna ricurva su una sedia, in stato di semi incoscienza.

Dopo l’ammissione in ospedale, i suoi sintomi erano temporaneamente migliorati ma a partire dal quarto giorno successivo il ricovero, la paziente ha manifestato diversi sintomi come confusione, mal di testa, diarrea e febbre alta. È stata così trasferita al reparto di terapia intensiva per insufficienza renale.

(Per approfondire leggi qui: Amore per i cani? Il segreto è negli occhi)

Gli esami del sangue hanno rilevato la presenza di un batterio, il Capnocytophaga canimorsus, isolato di frequente nelle cavità orali di cani e gatti. Il microrganismo è raramente ma in modo significativo causa di setticemia. Dopo due settimane di terapia intensiva la donna ha pienamente recuperato le sue funzioni.

In genere solo chi è immunodepresso deve stare attento a cani e gatti

In Inghilterra, dal 1990, riferiscono gli autori dell’articolo, sono stati riportati solo 13 casi associati a Capnocytophaga canimorsus, con un tasso di mortalità del 26%. Nel 60% il batterio era stato trasmesso da un morso di cane mentre nel 24% da altre forme di contatto con l’animale. Il caso di studio, invece, è interessante perché non erano stati riportati né graffi né morsi ma un costante scambio di effusioni con il cane, incluse le leccate sul volto della paziente.

(Per approfondire leggi qui: Asma, i bambini che crescono con un cane rischiano di meno?)

«È noto che le cavità orali di cani e gatti sono colonizzate da Capnocytophaga canimorsus. Il caso della signora inglese che ha manifestato una sepsi grave, in assenza di morso di animale, rappresenta però un caso molto raro», dice la dottoressa Paola Morelli, medico infettivologo dell’ospedale Humanitas. «In genere, infatti – continua la specialista – non c’è motivo di tenere cani e gatti a distanza a meno che la persona non sia gravemente immunodepressa. Diverso invece è in caso di morso di animale domestico; in questo caso è generalmente indicata una profilassi antibiotica in particolare nei pazienti defedati o immunodepressi (come pazienti splenectomizzati o con asplenia funzionale, alcolizzati, etc.) proprio per evitare sepsi da questo germe».

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