Mentre si guida, usare gli auricolari sarebbe pericoloso quanto parlare con il telefono in mano. Chi è al volante sarebbe portato a distrarsi e a sottostimare gli eventuali pericoli. È la conclusione di uno studio della University of Sussex (Regno Unito) pubblicato su Transportation Research.
Parlare al telefono, e intrattenere conversazioni che stimolano l’immaginazione, sarebbe dunque un azzardo. Questo perché la mente impiegherebbe delle risorse utili invece a processare le informazioni che derivano dalla visione di quanto si ha davanti agli occhi. In altre parole si visualizzerebbe ciò di cui si sta parlando, distraendosi. Se la persona con cui si sta al telefono chiede ad esempio “dove hai messo il portadocumenti blu?”, chi risponde passerà in rassegna gli spazi della stanza dove potrebbe aver lasciato quell’oggetto o, semplicemente, si immaginerà l’espressione del viso del suo interlocutore, dicono i ricercatori.
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Il team di psicologi ha condotto due test coinvolgendo 60 persone. Nel primo sono stati divisi in due gruppi, i “distratti” e i “concentrati”. Entrambi hanno ascoltato delle affermazioni dovendo dire se fossero vere o false. Per metà dei “distratti” queste affermazioni stimolavano la loro immaginazione visiva. Ebbene, in tutti i “distratti”, ma in misura maggiore per questi ultimi, le reazioni erano rallentate. Nel secondo test “distratti” e “concentrati” dovevano muoversi in una griglia immaginaria seguendo delle istruzioni verbali. I primi erano più inclini a non accorgersi dei pericoli davanti a sé.
Essere distratti in macchina limiterebbe l’orizzonte visivo
Lo studio ha concluso che molti dei “distratti” – e dunque i guidatori che parlano al telefono con gli auricolari o al viva-voce – sperimenterebbero la cosiddetta “visione tunnel”. Tenderebbero cioè a concentrarsi su un orizzonte visivo centrale ridotto non guardando al meglio lo spazio più ampio davanti a sé intorno agli oggetti fissati.
«Un elemento non secondario che potenzialmente renderebbe queste conversazioni ancora più distraenti sarebbe il loro differente grado di coinvolgimento emotivo. Oltre a sollecitare immagini infatti, una comunicazione può essere più o meno in grado di suscitare una reazione “emotiva” di diversa intensità come rabbia, paura, tristezza, tanto nel conducente quanto nel suo interlocutore. Sono aspetti che meriterebbero ulteriori approfondimenti», suggerisce il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta dell’ospedale Humanitas.
Parlare con qualcuno in macchina non distrae allo stesso modo?
Secondo i ricercatori distrae meno, perché chi è in auto potrebbe essere più consapevole dei rischi di una guida distratta, a differenza di chi sta all’altro lato del telefono. E poi parlare di persona darebbe la possibilità di tener conto di espressioni non verbali che inducono a smorzare la conversazione. «Un passeggero potrebbe effettivamente capire che il suo parlare sta distraendo chi è al volante. Questo perché nella loro comunicazione “faccia a faccia” avrebbero un peso maggiore i cosiddetti elementi comunicativi para-verbali come la postura, le pause, il tono di voce, la gestualità; tutti elementi che veicolano generalmente almeno il 90% del contenuto comunicato».
«Ma è pur vero – ricorda il dottor Lombardi – che, in ogni caso, comunicare con qualcuno richiede l’impiego di risorse cognitive che potrebbero distogliere l’attenzione di chi è impegnato alla guida. Basti pensare all’avvertenza di “non parlare al conducente” presente in autobus e tram».
«Infine, un altro elemento che eventuali ulteriori studi potrebbero considerare è l’effetto di sollecitazioni e distrazioni sull’esecuzione di una gestualità appresa, come quella del guidare, che è legata alla cosiddetta memoria automatica o memoria procedurale. Potrebbe essere interessante approfondire sopra quali soglie di attivazione una memoria pur se automatica può subire interferenze andando a incidere nello svolgimento di un determinato compito».
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Per concludere, la convinzione per cui usare gli auricolari o il viva-voce in macchina sarebbe più sicuro che parlare col telefono in mano è una convinzione errata piuttosto diffusa, sostengono gli autori. “In auto l’unico cellulare sicuro è quello spento”, sono convinti i ricercatori.