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Il cervello lavora anche nel sonno?

26/03/2015

Il cervello si orienta anche nel sonno. Nessuna differenza tra quando si dorme e quando si è svegli: i neuroni coinvolti nella percezione dell’orientamento sono sempre attivi. È questa la conclusione di un lavoro di un gruppo di ricercatori del Langone Medical Center di New York pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience.

Quando la testa si gira e lo sguardo punta in una determinata direzione, si “accendono” diversi gruppi di neuroni preposti al senso dell’orientamento. È come se nel cervello agisse una sorta di bussola. Gli scienziati hanno osservato la medesima attività di questi neuroni durante il sonno rispetto allo stato di veglia, quando ricevono precisi segnali sulla posizione e sull’equilibrio: pertanto la bussola funziona sempre ed è anche in grado di resettarsi in pochi istanti, come quando si esce dalla metropolitana, sottolinea uno dei ricercatori.

Grazie ad alcuni modelli sperimentali sono stati condotti dei test per osservare il comportamento dei neuroni nella fase Rem, quella fase del sonno in cui sono frequenti i sogni e l’attività delle cellule cerebrali è indistinguibile rispetto alla veglia. I neuroni controllano la direzione dello sguardo: ciò dimostra che il cervello si sforza di esplorare attivamente e di coordinare le sue operazioni anche quando è scollegato dall’ambiente esterno. È una conferma della teoria per cui il cervello dei mammiferi non aspetta passivamente di ricevere impulsi sensoriali, ma li ricerca in modo attivo e di continuo.

Secondo uno degli autori è come se di notte il cervello eseguisse un backup delle informazioni acquisite da svegli, memorizzando tempi e luoghi. Dalla ricerca potrebbero arrivare informazioni preziose per il trattamento della malattia di Alzheimer e di altri disturbi neurologici. Chi ne soffre, infatti, manifesta tra i primi sintomi proprio la perdita del senso di orientamento.

 «Il cervello non è una macchina che si spegne durante il sonno – spiega Vincenzo Tullo, specialista neurologo in Humanitas e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas Lab –. È una struttura che rimane attiva anche mentre si dorme svolgendo funzioni come la memorizzazione delle cose apprese durante la giornata, ma anche il potenziamento delle difese immunitarie».

Il cervello continua quindi a lavorare, e alacremente, anche nel sonno: «Basta pensare che le persone che dormono male sono più predisposte a sviluppare patologie neurodegenerative come l’Alzheimer perché durante il sonno si eliminano anche le tossine accumulate durante il giorno, tossine che, altrimenti, non vengono eliminate in modo ottimale». Per essere davvero ristoratore, conclude l’esperto, «il sonno negli adulti deve essere di almeno 7-8 ore per notte e deve essere spontaneo, ovvero non indotto da farmaci».

 

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