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L’elisir di giovinezza è ancora lontano

24/02/2015

Ringiovanimento delle cellule: il traguardo è ancora molto lontano e la strada per raggiungerlo costellata di troppi ostacoli. La verità è solamente una: attualmente non è possibile parlare, se non in via del tutto sperimentale, di ringiovanimento delle cellule. A spiegarlo è Paolo Vezzoni, Responsabile dei Laboratori di Biotecnologie Mediche dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche: anche se, fino ad oggi, sono stati fatti molti studi sul ringiovanimento delle cellule alla ricerca del cosiddetto “elisir di giovinezza”: «Ad oggi non è ancora stata trovata alcuna ricetta in grado di ringiovanire le cellule».

Le ricerche più all’avanguardia si stanno concentrando sull’allungamento dei telomeri, speciali “cappucci” che si trovano alle estremità dei cromosomi, il cui scopo è quello di proteggere i cromosomi stessi: «I telomeri – sottolinea il dottor Vezzoni – sono strutture genomiche indispensabili per la protezione delle cellule. Generalmente appaiono piuttosto lunghi quando la cellula è giovane, mentre tendono ad accorciarsi di pari passo con l’invecchiamento delle cellule stesse. Quando per la prima volta venne dimostrato che alcuni enzimi potevano essere indispensabili per mantenere la lunghezza dei telomeri e portare quindi le cellule a essere eternamente giovani, e quindi immortali, fu una grande scoperta; ma non dobbiamo dimenticare che, purtroppo, l’immortalità di una cellula e la sua capacità di dividersi all’infinito sono il primo passo verso una trasformazione di tipo neoplastico, che attualmente è l’’effetto collaterale” che maggiormente preoccupa gli studiosi che si occupano di ringiovanimento delle cellule».

 

Ringiovanire le cellule attraverso l’Rna modificato

Il più recente studio pubblicato su questo argomento arriva dal Faseb Journal: un gruppo di ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Stanford in California (Stati Uniti) avrebbe infatti sviluppato una tecnica in grado di ringiovanire le cellule umane adulte attraverso l’utilizzo di Rna modificato in grado di produrre la proteina responsabile dell’allungamento dei telomeri: «Poiché l’Rna, a differenza del Dna, si degrada facilmente – prosegue il dottor Vezzoni – la scelta degli studiosi americani di utilizzare l’Rna è stata molto probabilmente fatta per dare un impulso proliferativo all’allungamento dei telomeri che non fosse troppo “invasivo”, e per evitare quindi di portare le cellule ringiovanite a trasformarsi in cellule neoplastiche. Ma se lo stimolo di ringiovanimento che viene dato è minimo per far sì che minimo sia anche il rischio di trasformazione tumorale, con ogni probabilità sarà minimo anche il beneficio di “ringiovanimento” ottenuto dalle cellule».

 

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