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Gli studi dei “magnifici 4” adottati da Gerry Scotti: dall’autoimmunità alle forbici molecolari, dal diabete alle molecole che trasportano il cancro

15/06/2012

Angela Ceribelli, Silvia D’Alessio, Giuseppe Favacchio e Manuela Quintavalle sono i 4 medici e ricercatori che hanno ricevuto dalle mani di Gerry Scotti l’assegno simbolico per i loro progetti. Ecco i loro studi.

Dagli USA per svelare i segreti
della Sindrome di Sjögren

Angela Ceribelli, 31 anni, è laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Reumatologia. Dal 2010 frequenta il laboratorio diretto dal Dr. E. K. L. Chan in qualità di post-doctoral associate presso la University of Florida (Gainesville, USA), dove studia in particolare gli autoanticorpi in pazienti con malattie reumatologiche. Membro dell’American College of Rheumatology e dell’Italian Scientists and Scholars in North America Foundation, è coautrice di oltre 30 lavori su riviste scientifiche con un impact factor totale di 116.
Le malattie autoimmuni, causate da un malfunzionamento del sistema immunitario, che invece di difenderci ci aggredisce, affliggono circa il 20% della popolazione, per lo più donne. Tra queste malattie, la Sindrome di Sjögren – che colpisce le ghiandole lacrimali e salivari e talvolta danneggia anche organi interni, portando a quadri clinici molto severi – è la patologia autoimmune più frequentemente associata a tumore, con un rischio di sviluppare linfoma di 44 volte superiore rispetto alla popolazione generale.
Chiarire i meccanismi cellulari che contribuiscono allo sviluppo della Sindrome di Sjögren è fondamentale per identificare da una parte possibili bersagli terapeutici, e dall’altra parte individuare nuovi possibili marcatori tumorali). Obiettivo di questo progetto di ricerca -che condurrà presso il laboratorio del dott. Carlo Selmi -è indagare il ruolo di due geni (NF-kB e Sonic Hedgehog) capaci di innescare, come “interruttori” un meccanismo che porterebbe alla formazione di tumori maligni.

 

Le “forbici molecolari” che consentono al cancro
del colon retto di invadere i tessuti circostanti

Silvia D’Alessio, 36 anni, è laureata in Scienze Biologiche ed ha conseguito un dottorato in Oncologia Sperimentale e Clinica. Ha condotto studi in diversi laboratori in Europa e negli Stati Uniti, ed ha concentrato la sua attività di ricerca su due proteine-chiave (plasminogeno costituito dall’urochinasi – uPA e il suo recettore uPAR) nella crescita e nella metastatizzazione di vari tipi di tumore. Ha scoperto che il sistema di attivazione del plasminogeno gioca un ruolo fondamentale nella riparazione delle ferite e nelle prime fasi di sviluppo del cancro della pelle e in varie malattie.
Focus del progetto di ricerca, condotto in Humanitas, è l’indagine dei meccanismi molecolari che consentono al tumore del colon-retto, in genere associato a stati infiammatori (colite) di invadere le zone circostanti. Le cellule tumorali staminali, infatti, nella loro progressione maligna, si armano con “forbici molecolari” (uPA) che consentono al tumore di tagliare i tessuti circostanti e aprono un varco attraverso il quale il cancro può diffondersi.

 

Un nuovo approccio terapeutico
per il diabete di tipo 2

Giuseppe Favacchio, 31 anni, è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Geriatria. Dopo diverse esperienze in vari ospedali italiani, attualmente lavora in Humanitas presso l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi diretta dal dott. Salvatore Badalamenti.
Il suo progetto di ricerca affronta una malattia in costante aumento, il diabete di tipo 2 (la forma più frequente di diabete), che si manifesta generalmente dopo i 40 anni in persone sovrappeso od obese. Obiettivo dello studio in corso in Humanitas, in collaborazione con la Diabetes & Nutritional Sciences Division del King’s College di Londra, è migliorare la qualità della vita dei pazienti in terapia per il diabete di tipo 2, verificando se il trattamento con insulina tramite terapia sottocutanea continua con microinfusore è in grado di ottenere un migliore controllo della glicemia.

 

Alla scoperta delle basi molecolari
della progressione tumorale

Manuela Quintavalle è laureata in Chimiche e Tecnologia Farmaceutica ed ha conseguito un dottorato di ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare. Lavorando come post-doctoral fellow presso lo Stanford-Burnham Institute a San Diego (USA), si è dedicata all’identificazione di nuovi geni coinvolti nella formazione delle metastasi.
Il suo progetto di ricerca studia le caratteristiche e proprietà che fanno sì che il cancro si comporti in modo maligno. Capire i meccanismi molecolari responsabili della capacità dei tumori di metastatizzare è fondamentale per poter in futuro sviluppare nuove terapie. Le cellule tumorali escono dal sito di origine e si infiltrano nei tessuti circostanti muovendosi su strutture molecolari simili a piccoli piedi, detti “podosomi”. La dottoressa Quintavalle ha sviluppato una strategia di screening in vitro per indagare i meccanismi molecolari che consentono alle cellule tumorali di mettere in moto questi “piedini”. Grazie a questa tecnica, ha individuato una particolare molecola (Cdk5): lo studio in corso mira a verificarne il ruolo nello sviluppo delle metastasi tumorali.

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