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Vinciguerra: ecco perchè operare subito la cataratta

16/09/2005

Fino a non molti anni fa ha sempre prevalso la convinzione che la cataratta andasse operata solo quando talmente avanzata da non consentire più alcuna visione. Opposto, invece, l’orientamento moderno: meglio intervenire il prima possibile. Non conviene più aspettare perché le nuove tecniche permettono un completo recupero della vista. Nuovi cristallini e nuove tecnologie che consentono di misurare il difetto visivo, così da poter inserire lenti adatte: dopo l’operazione il paziente non dovrà più portare gli occhiali. Una vera e propria rivoluzione.
Le nuove lenti utilizzate per la cataratta, colorate e multifocali, sono una delle novità emerse dalla sesta edizione di Refractive on-line (www.refractiveonline.it), il Congresso Internazionale di Oculistica organizzato dal dott. Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas, che si è svolto dal 15 al 17 settembre a Milano.

In che cosa consistono queste nuove lenti?

“Si tratta di lenti del tutto simili al cristallino naturale per colore, morfologia e caratteristiche ottiche. Sono colorate, di un giallo paglierino: a differenza di quelle comuni (trasparenti), proprio come il cristallino hanno la capacità di filtrare i raggi solari ultravioletti che a lungo andare danneggiano la retina. Inoltre come il cristallino hanno forma asferica, ossia più curva nel centro e più piatta ai bordi. Mentre le lenti sferiche utlizzate fino ad oggi consentono una buona visione centrale e in condizioni di molta luce, ma meno in periferia e con poca luce, queste nuove lenti adattandosi alla forma naturale della cornea permettono una visione migliore, in qualsiasi situazione.
E non è tutto. Queste lenti possono infatti essere anche multifocali, ossia in grado di emulare la capacità del cristallino naturale di mettere a fuoco sia da lontano che da vicino, permettendo una buona visione in ogni condizione”.

Quali le altre novità nel trattamento chirurgico della cataratta?

“Grandi innovazioni oggi riguardano il cristallino. Un tempo esisteva un solo tipo di cristallino artificiale, che doveva andare bene per tutti (miopi, astigmatici eccetera) e aveva quindi un unico potere ottico, tanto che dopo l’operazione di cataratta il paziente era comunque obbligato a portare gli occhiali. Per inserire nell’occhio un cristallino con un potere ottico adatto al paziente era necessario operare di cataratta e poi effettuare la misurazione della vista, così da poter intervenire nuovamente dopo qualche settimana per inserire il cristallino adatto.
Successivamente è stata introdotta una procedura a ultrasuoni che, tramite una ‘matita’ che viene appoggiata all’occhio, permette di misurarne la lunghezza e quindi di individuare la lente più adatta.
Ma la grande rivoluzione c’è stata solo cinque anni fa, con l’avvento di un esame, la biometria laser, in grado di misurare perfettamente la lunghezza dell’occhio. Non solo non è più necessario alcun contatto con l’occhio, che in qualche modo può causare distorsioni nella misurazione, ma questa nuova macchina consente di misurare l’asse visivo, il diametro della pupilla, il riflesso della retina e la forma della cornea tramite un raggio invisibile. Permette quindi di poter scegliere davvero la lente giusta”.

Dunque meglio intervenire il prima possibile in caso di cataratta?

“E’ questo l’orientamento moderno degli specialisti: non conviene più aspettare che la visione sia quasi del tutto compromessa, come un tempo, perché le nuove tecniche consentono un recupero della vista completo. Fino a qualche anno fa ha invece sempre prevalso la convinzione che la cataratta andasse operata quando fosse stata ‘matura’, ossia talmente avanzata da non consentire più alcuna visione: quando cioè un intervento – in tempi in cui le tecniche chirurgiche erano molto rischiose – non poteva peggiorare la situazione”.

Che cos’è esattamente la cataratta?

“E’ l’opacizzazione del cristallino, che con l’età colpisce moltissime persone. Il cristallino è la lente che si trova all’interno dell’occhio e che consente di mettere a fuoco le immagini. Con il tempo diventa opaco, con diversi livelli di progressione: il primo è la presbiopia, cioè la difficoltà di messa a fuoco da vicino; il secondo livello prevede una difficoltà di visione in presenza di illuminazione diretta; il terzo e ultimo livello comporta una seria compromissione della vista”.

Come si è evoluto nel tempo il trattamento di questa patologia?

“Sono stati gli Egizi a effettuare i primi interventi per la rimozione della cataratta, utilizzando un piccolo ago che, introdotto nell’occhio, spingeva indietro il cristallino. Nel Medioevo si utilizzava il metodo brutale della reclinatio, veniva cioè assestato un forte colpo all’occhio al fine di staccare il cristallino, quando però non si rovinava irrimediabilmente l’occhio. La tradizione vuole che nel ‘700 Casanova, ingegno versatile oltre che rinomato libertino, avesse inventato delle lenti che potevano sostituire il cristallino e che venivano soffiate nelle vetrerie veneziane. Ma se ci atteniamo alla storia, sono stati i tedeschi e gli austriaci a rivoluzionare alla fine dell’Ottocento la chirurgia della cataratta, quando Von Graefe inventò uno strumento che consentiva l’apertura dell’occhio e la rimozione del cristallino. Non esistevano però i moderni fili di sutura, tanto che uno dei primi chirurghi che si occupò di questo tipo di interventi pensò di sterilizzare e utilizzare i capelli della figlia. Si pensi che l’avvento del nylon come filo di sutura risale solo agli anni ‘80 del Novecento e segue l’utilizzo della seta, che però comportava seri problemi di infiammazione.
Il primo cristallino artificiale fu inventato da Benedetto Strimpelli, un chirurgo romano che nel 1947 fece soffiare dei cristallini di vetro utilizzando l’idea di Casanova. A sfruttare questa idea commercialmente fu però l’inglese Ridley, un medico della RAF che notò che i frammenti delle carlinghe degli Spitfire che entravano negli occhi in seguito a un incidente non provocavano nessuna reazione. Pensò quindi di utilizzare il metodo di Strimpelli ma di utilizzare il materiale degli Spitfire, una plastica molto più leggera del vetro.
Le lenti artificiali venivano semplicemente appoggiate sull’iride e non erano quindi stabili, fino all’invenzione di una metodica che permetteva di non togliere più tutto il cristallino, ma si incideva il suo involucro (capsula), lo si svuotava e si utilizzava la capsula come appoggio per la lente.
Intorno al 1985 il tedesco Neuman introdusse una nuova metodica che permise di ottenere un foro perfettamente tondo sulla capsula, così da potervi inserire il cristallino artificiale, che si posizionava così in modo stabile nella sua sede naturale. Sempre in questi anni si è diffuso l’utilizzo degli ultrasuoni per operare la cataratta.
E’ degli anni Novanta l’avvento dei cristallini che si possono piegare e che necessitavano quindi solo di un piccolissimo foro per introdurli. Ed è solo in questi anni che l’intervento di cataratta ha iniziato a comportare meno rischi per il paziente. Va poi detto che alcuni oculisti non chirurghi sono ancora spaventati dall’idea di intervenire chirurgicamente sull’occhio e ancora oggi tendono a consigliare di aspettare a operare la cataratta. Ma oggi i progressi della tecnica e l’avvento di nuove tecnologie consentono di operare la cataratta nella sua fase iniziale”.

Un consiglio, infine?

“Oggi la cataratta si può operare con ottimi risultati. Direi perciò che è consigliabile non aspettare troppo a operare”.

A cura di Elena Villa

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