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Tumore al fegato, il rischio sale se aumenta il girovita?

19/10/2016

L’aumento di peso è un fattore di rischio per il tumore al fegato. Un alto indice di massa corporea (BMI: Body Mass Index, rapporto del peso con il quadrato dell’altezza, espresso in Kg/m2), un girovita più largo e il diabete di tipo II sono tutti elementi associati a un incremento del rischio di questa neoplasia. È la conclusione di uno studio realizzato dall’American Cancer Society e dal National Cancer Institute americano.

I ricercatori hanno cercato di capire se e in che modo l’obesità, una condizione che dagli anni ’70 ha triplicato il suo impatto sulla popolazione americana, fosse correlata al tumore al fegato. Hanno così raccolto i dati relativi a 1,57 milioni di adulti arruolati in 14 studi clinici prospettici. Al momento dell’inserimento in studio nessuno dei partecipanti aveva un tumore e i partecipanti comunicavano i dati relativi a peso, altezza, consumo di bevande alcoliche e abitudine al fumo di sigaretta. Questa modalità di comunicazione delle informazioni rappresenta, come dicono gli autori dello studio pubblicato su Cancer Research, una possibile limitazione della ricerca stessa.

(Per approfondire leggi qui: Con le statine, meno rischi di tumore al fegato)

Il 6,5% della popolazione coinvolta era affetta da diabete. Nel tempo sono state registrate oltre 2mila diagnosi di tumore al fegato. Dai risultati dell’analisi è emerso un incremento del rischio di questa neoplasia pari all’8% per ogni 5 cm in più della misura del girovita. Anche le variazioni del BMI erano associate al rischio di tumore al fegato: per ogni aumento di 5 Kg/m2 il rischio saliva del 38% per gli uomini e del 25% per le donne.

Infine i pazienti diabetici avevano una probabilità di ricevere una diagnosi di tumore al fegato 2,61 volte più alta di chi non presentava questa malattia del metabolismo. Un rischio che cresceva con un BMI aumentato.

Anche in Italia l’impatto dell’obesità e del sovrappeso è in aumento

Secondo l’Istat l’eccesso di peso si diffonde con tendenza crescente nel tempo, soprattutto fra i maschi passando dal 51,2% del 2001 al 54,8% del 2015. In quest’anno poco meno di un maggiorenne su 2 (il 45,1%) era in eccesso di peso. Da metà anni ’90 invece l’andamento temporale dell’incidenza del tumore al fegato è significativamente in calo, come si legge nei Numeri del Cancro in Italia 2016. Questa neoplasia è tra le prime cause di morte per cancro negli uomini e la mortalità è stabile. In che modo è possibile prevenirne l’insorgenza?

Il vaccino contro l’epatite B utile per la prevenzione del tumore al fegato

«Tra i fattori di rischio per il tumore al fegato ci sono le infezioni da virus dell’epatite C e dell’epatite B. Prevenire queste due malattie infettive contribuisce alla prevenzione del tumore al fegato. Per l’epatite B c’è la possibilità di vaccinarsi», spiega la dottoressa Lorenza Rimassa, vice responsabile dell’UO di Oncologia Medica dell’ospedale Humanitas. «Un alto numero di tumori al fegato – aggiunge – è da attribuirsi all’abuso di bevande alcoliche».

(Per approfondire leggi qui: Cancro, il consumo di alcol è fattore di rischio di sette tipi di tumore)

Il virus dell’epatite B si trasmette venendo a contatto con i liquidi biologici infetti come il sangue e lo sperma. La trasmissione può avvenire anche da madre infetta a figlio al momento del parto, con trasfusioni di sangue e suoi derivati contaminati dal virus, ma più frequentemente con siringhe, aghi, strumenti e apparecchiature sanitarie non adeguatamente sterilizzate, con l’uso di oggetti personali come forbici e rasoi di soggetti infetti e con l’uso di droghe per via endovenosa mediante il contatto con il sangue di una persona infetta.

Anche il virus dell’epatite C si trasmette a seguito del contatto con il sangue di una persona infetta:i uso di droghe per via endovenosa, trasfusioni di sangue infetto, utilizzo di strumentazioni non sterilizzate.

Ancora oggi la condivisione di aghi o siringhe è il maggior fattore di rischio di contrarre la malattia, ricorda il ministero della Salute. Il tasso di incidenza di epatite C associato alle trasfusioni si è quasi azzerato. Possibile infine anche la trasmissione per via sessuale e da madre infetta a figlio.

Anche il fumo tra i fattori di rischio di tumore al fegato

Di recente l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS ha inserito il tumore al fegato tra le forme di tumore associate a sovrappeso e obesità. Pochi anni fa invece la stessa agenzia ha riconosciuto il tabacco tra i fattori di rischio. Condurre uno stile di vita corretto può dunque aiutare nella prevenzione: «È importante contenere il consumo di bevande alcoliche, smettere di fumare o non cominciare affatto, praticare regolarmente attività fisica e seguire una dieta varia che non porti a un aumento di peso, caratterizzata dall’apporto di frutta e verdura, carni magre e pesce, legumi e cereali integrali», conclude la specialista.

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