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Prevenzione

Ebola, non confondiamola con l’influenza

21/10/2014

Da aprile 2014 l’epidemia del virus Ebola ha iniziato a mostrare la sua veste più dura. La diffusione del virus scoperto nel 1976 preoccupa le autorità sanitarie mondiali e in Italia sta creando non pochi allarmismi.

C’è realmente da preoccuparsi? Il parere del professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University.

«Si avvicina il periodo dell’influenza e la paura più grande è che la gente con la febbre alta si faccia prendere da allarmismi recandosi al Pronto Soccorso perché preoccupata di avere contratto il virus di Ebola. Per ora si tratta di un problema limitato ai paesi africani. Al di fuori di quel perimetro (Sierra Leone, Guinea e Liberia) ci sono stati pochissimi casi».

Quindi in Italia possiamo stare tranquilli?

«Le misure di sorveglianza adottate da tutto il mondo sembrano adeguate a contenere il problema Ebola. È però un tragico errore pensare che se riusciamo a tenere il problema lontano da noi riusciremo a risolverlo. In realtà viviamo in un mondo sempre più globale quindi il rischio che il virus possa essere trasmesso esiste».

È possibile prevenire ebola?

«La migliore arma di prevenzione contro Ebola è non recarsi nei paesi in cui il virus si sta diffondendo».

Quali sono i sintomi di ebola?

«La malattia inizia con dolori diffusi e febbre molto alta che diventa emorragica solo nella fase avanzata della malattia. Sintomi che è facile confondere con una normale influenza. Dunque è bene fare attenzione: se non ci sono stati contatti con persone malate o viaggi nei paesi a rischio, non è il caso di allarmarsi».

 

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