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Il cupping amato da Phelps? Per fisiatri italiani non è raccomandabile

09/08/2016

La pelle di Michael Phelps marchiata con cerchi rossi ha attirato l’attenzione di tutti i telespettatori di Rio 2016. Quelle macchie non sono altro che i segni lasciati dalla cupping therapy o coppettazione, una tecnica della medicina cinese usata per alleviare dolori e tensioni muscolari. Ma per la Simfer, la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, non è raccomandabile come “misura terapeutica di scelta, né come intervento a sé stante”.

La gara era la staffetta olimpica 4×100 stile libero di nuoto dove il fuoriclasse americano ha vinto il suo diciannovesimo oro olimpico. Quando Phelps è stato inquadrato per aiutare il suo compagno Nathan Adrian a uscire dall’acqua, la regia televisiva dei Giochi ha mostrato una mezza dozzina di segni circolari rossi sulla spalla destra del campione. Qualcuno ha rilanciato dal suo profilo Instagram una foto che ha aiutato a risolvere il mistero di quella specie di lividi. Nella foto si vede Phelps disteso di spalle su un lettino con una serie di coppette sulle gambe.

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È proprio un’istantanea della coppettazione, una secolare tecnica della medicina cinese usata anche in India e in alcuni Paesi Arabi. La cupping therapy si può praticare in due modi: usando delle coppette di vetro dalle quali viene rimosso l’ossigeno con una fiamma, da appoggiare rapidamente sulla pelle; oppure aspirando l’aria con una pistola da coppette di plastica posizionate in precedenza sul corpo. Il principio è lo stesso: «Creando del vuoto nella coppetta, vengono “risucchiate” cute e sottocute stimolando la circolazione sanguigna, linfatica ed energetica. In genere le coppette sono applicate seguendo i punti dell’agopuntura o i meridiani cinesi», spiega la dottoressa Barbara Baroni, medico della Riabilitazione ortopedica dell’ospedale Humanitas.

«Il cupping prevede due modalità – continua – : la prima prevede il mantenimento in sede delle coppette per un tempo variabile da alcuni minuti ad una ventina (ed ecco i segni osservati sul dorso di Phelps); la seconda il movimento della coppette lungo le linee dei meridiani. Perché ciò possa avvenire occorre che la cute sia oliata. In medicina cinese il cupping viene utilizzato anche per malattie respiratorie quali bronchite cronica e asma, malattie digestive e ginecologiche».

Ma il cupping è efficace?

«Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la reale efficacia della coppettazione. Il richiamo di sangue e il calore prodotto nella zona di applicazione della coppetta di per sé stimola il rilascio muscolare ed il controllo della sintomatologia dolorosa. Pertanto, in tutte quelle situazioni con tensioni muscolari o dolore di tipo mialgico, potrebbe avere un razionale».

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«Si consideri inoltre che spesso queste condizioni sono influenzate da una forte componente ansiosa e se pensiamo al carico di tensione emotivo/emozionale che subiscono Phelps e tutti gli sportivi chiamati ad effettuare una performance di alto livello, possiamo giustificare e ricorrere a tutte le tecniche occidentali e non che aiutino a controllare e gestire al meglio il rilassamento e la serenità mentale dell’atleta».

Il cupping ha effetti collaterali?

«In generale la coppettazione viene evitata nei soggetti estremamente astenici, su pelle non integra con eritema o lesioni cutanee. Come effetti collaterali sono stati segnalati iperpigmentazioni, ustioni cutanee, panniculite, ascessi cutanei», conclude la dottoressa.

Alcuni esperti del gruppo di studio Simfer sulla Medicina Basata sulle Evidenze hanno esaminato gli studi che hanno cercato di valutare in modo scientifico il cupping. La maggioranza degli studi non è risultata sufficientemente rigorosa per esprimere un giudizio definitivo sull’efficacia terapeutica, fanno sapere i fisiatri. In base ai dati disponibili, pertanto, il cupping non può essere raccomandato. Nel caso lo si voglia usare, conclude la Simfer, dev’essere accompagnato da una precisa valutazione medica e un corretto inquadramento diagnostico.

 

Foto tratta da Sport Mediaset

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