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Gianluca presto ritornerà in vasca

08/04/2014

Diviso fra stato di salute e volontà di fare sport. Un continuo braccio di ferro fra la sua condizione clinica che gli imponeva riposo, e la sua situazione mentale che gli diceva: «non fermarti, continua ad allenarti».

Ha vissuto così, il campione paralimpico di nuoto Gianluca Attanasio, la sua condizione di disabilità che, all’età di due anni, l’ha investito cambiandogli la vita. Un’infezione fulminante all’anca destra che l’ha portato prima a zoppicare e poi a subire una trafila di interventi chirurgici, il primo all’età di quattro anni.

«Sono nato normodotato – racconta Attanasio –. Il mio calvario è iniziato quando nessuno dei medici riusciva a fare una diagnosi precisa del mio problema. C’era chi parlava di displasia, chi invece di artrite all’anca. Insomma, tanta confusione».

Forza d’animo e determinazione

In suo supporto è arrivato lo sport che ha accompagnato il cammino dell’atleta prendendolo per mano durante il suo duro percorso. Dall’atletica, al tennis, dalla Break Dance fino ad arrivare al nuoto, disciplina che gli ha permesso di diventare un campione e di ricevere anche importanti riconoscimenti. I medici gli consigliavano di non affaticarsi troppo durante gli allenamenti e suggerivano una ginnastica correttiva, ma per Attanasio erano esercizi troppo elementari, si annoiava.

«Ho sempre fatto sport perché la sento come un’esigenza. All’inizio mi relegavano sempre nelle corsie riservate ai nuotatori meno bravi perché, essendo disabile, ritenevano che dovessi fare attività minima, al pari di una fisioterapia. Le gare erano bandite. Ma, grazie alla mia forza d’animo e alla mia determinazione, sono riuscito a raggiungere importanti traguardi».

Attanasio si è sempre rimboccato le maniche da solo. Per far fronte alla sua disabilità ha anche progettato un plantare insieme ad alcuni amici ingegneri, per coprire il dislivello di circa 4 centimetri che lo separa da terra.

«Lo stato di handicap mi ha dato la possibilità di riflettere molto e coltivare i pensieri interiori. Oggi sento di avere una marcia in più. E devo tutto questo allo sport che mi ha permesso di gestire il sovraccarico dell’arto buono, della schiena, ed evitare ulteriori problemi. Ho lavorato duramente su corpo e mente. Mi sono allenato due/tre ore al giorno, facendo anche dure sessioni di esercizi di ginnastica artistica per mantenere tonico il muscolo della gamba».

 

Il piacere di superare il limite

Si definisce uno scienziato degli allenamenti. Un pensatore più che un gareggiatore. «Mi piace superare il limite, capire fino a che punto può arrivare l’essere umano. Stiamo parlando di duri allenamenti: in vasca passo anche 4 ore al giorno percorrendo 8 chilometri, 6 giorni su 7. Ma li faccio con piacere perché l’acqua è vita per me».

E così è stato. Attanasio, infatti, è stato proclamato 4 volte Campione Italiano di nuoto, ha gareggiato in Nazionale nel 2008, ha vinto il bronzo nei 100 Rana nel 2013 alla veneranda età di 44 anni e fino al 2012 era tra i 15 fondisti (5km Open Water) più forti al Mondo. Poi, a causa di un infortunio a una spalla, è arrivato uno stop di quasi due anni. Oggi l’intervento all’anca destra riaccende le speranze di potere tornare in vasca ad allenarsi in vista dei prossimi Mondiali di Fondo nel 2015.

«Prima dell’intervento chiesi al dottor Guido Grappiolo di Humanitas se la mia gamba sarebbe cresciuta quei 4 centimetri che mi avrebbero permesso di toccare terra. Sembrerà una sciocchezza ma per una persona che ha sofferto tanto si tratta di un sogno. In sala operatoria sentivo che mi stava operando come se sotto i ferri ci fosse suo figlio. La mia condizione era molto compromessa, l’allungamento di 4 centimetri mi è costato tanto perché ho i tendini tirati, ma il prof. ha puntato su di me e, essendo uno sportivo, ha visto in me una persona con una forza d’animo tale da potere superare questo momento. Io non lo deluderò, ce la metterò tutta per recuperare in fretta. I prossimi mondiali si avvicinano…».

Soddisfatto del risultato il dottor Guido Grappiolo, che ha operato Attanasio: «Gianluca era pronto per questa sfida – dice il responsabile dell’Unità Operativa Ortopedia dell’anca e Chirurgia protesica di Humanitas – e così anche noi ce l’abbiamo messa tutta. Non si tratta di chissà quale risultato fantascientifico, ma un realistico (seppur impegnativo) obiettivo: riportarlo alla normalità. Come diceva qualcuno “l’impresa eccezionale è essere normali”. E siamo certi che Gianluca, con la sua forza, ce la farà».

                                                                                            Commento a cura del prof. Guido Grappiolo

Responsabile Unità Operativa Ortopedia dell’anca e Chirurgia protesica in Humanitas

 

A cura di Simona Camarda

 

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