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Campione di basket, con il morbo di Crohn

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Convivere con il morbo di Crohn e addirittura essere un campione di basket. La dimostrazione che tutto ciò è realtà è racchiusa in un nome e un cognome: Drake Diener, cestista americano della Dinamo Sassari Banco di Sardegna che, da circa dieci anni, fa i conti con una delle patologie infiammatorie croniche dell’intestino che colpisce 200.000 italiani. Il trentatreenne, 1 metro e 96 centimetri d’altezza, ha recentemente ricevuto un premio dalla Micro, associazione alla quale aderiscono i malati di patologie infiammatorie croniche intestinali (Crohn e colite ulcerosa, le cosiddette “Mici”) e i medici curanti. I più colpiti da questo tipo di patologie sono soprattutto i giovani dai 18 ai 25 anni che, sempre più spesso, si chiedono se sia possibile continuare a praticare uno sport, specie la pallacanestro.

Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.

L’esempio del cestista americano Drake Diener dimostra come non vi siano controindicazioni nel fare attività sportiva e, nel caso specifico, la pallacanestro. Se, infatti, la malattia è tenuta sotto controllo i pazienti possono condurre una vita normale, fatta anche di sport. Oggi, inoltre, esistono nuove terapie farmacologiche di tipo biologico che possono contribuire a cambiare radicalmente il decorso clinico di queste patologie, mantenendo sotto controllo l’infiammazione intestinale. Grazie al tight control, strategia di trattamento ritagliata sull’attività di malattia del singolo paziente, è possibile controllare frequentemente il paziente, per effettuare gli opportuni aggiustamenti terapeutici. L’obiettivo è la remissione profonda, quindi un azzeramento della disabilità del paziente, in un ragionevole intervallo di tempo.