Riposo senza interruzioni, sereno e profondo, che fa sentire davvero meglio il giorno dopo. Secondo alcune persone, sarebbero le donne, piuttosto che gli uomini, a godere del tanto desiderato sonno ristoratore. Vero o falso? Lo abbiamo chiesto agli specialisti di Humanitas.
Vero. Sembra che le donne riposino meglio degli uomini, perché questi ultimi sono più predisposti a sviluppare la sindrome delle apnee del sonno. La sindrome colpisce generalmente persone di sesso maschile, con più di 40 anni, spesso russatori e obesi, anche se nelle donne aumentano le probabilità di apnee del sonno dopo la menopausa. Se quindi neppure le donne, dopo la menopausa, sono protette dallo sviluppare la sindrome delle apnee notturne, sono invece gli uomini in età adulta ad avere un rischio maggiore che le vie aeree vengano ostruite durante il sonno. L’ostruzione comporta una situazione di apnea che interrompe il sonno, provocando microrisvegli di cui, spesso, il paziente non è consapevole. Come effetto delle apnee notturne, la mattina dopo ci si sente ancora più stanchi di quando si è andati a letto la sera prima, si ha mal di testa, si soffre di deficit di memoria, cali di concentrazione e sonnolenza durante il giorno che, soprattutto sul lavoro, possono aumentare il rischio di incidenti. Spesso è il partner con cui si divide la camera da letto ad accorgersi del problema, e spinge il russatore a rivolgersi al medico. Per risolvere il problema, e le patologie che spesso sono associate alle apnee notturne, come l’ipertensione di cui soffre oltre la metà dei pazienti colpiti dalla sindrome delle apnee notturne, aritmie cardiache, ipotiroidismo, alterazioni ormonali e metaboliche, è importante affidarsi ad esperti per effettuare una corretta diagnosi e, quindi, un’adeguata terapia.