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Benessere

La Sindrome dell’Ovaio Policistico: una cura personalizzata

28/07/2017

La Sindrome dell’Ovaio Policistico è il disturbo ormonale più frequente fra le donne. Si stima, infatti, che circa il 5-10% della popolazione femminile in età fertile ne soffra in varia misura. I consigli del dottor Gabriele Siesto, ginecologo di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Arese.

Che cos’è l’ovaio policistico?

Nelle donne affette da questa patologia, il sistema endocrino ha difficoltà nell’individuare a livello ovarico il “follicolo dominante”, che normalmente regola il ciclo mestruale. L’ovaio, che lavora più lentamente, assume un particolare aspetto dovuto a numerose cisti follicolari (da cui il nome policistico o micro-policistico), rendendolo facilmente riconoscibile tramite ecografia. Questa anomalia è uno sbilanciamento ormonale a favore della parte androgenica (ormoni mascolinizzanti).

Quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni, che si possono presentare da soli o in combinazione, sono: l’irregolarità mestruale, che può portare a infertilità, e l’aumento degli ormoni maschili (iperandrogenismo), con conseguente irsutismo (crescita di peli superflui), acne e alopecia (perdita di capelli). A questi disturbi spesso si associano il sovrappeso, l’obesità e l’insulino-resistenza, condizione che può predisporre al diabete in età adulta.

Le cause?

“Le cause di questo disturbo non sono note. I motivi potrebbero essere genetici, infiammatori, ambientali, ma molto probabilmente si tratta di una sommatoria di tutti questi fattori”, spiega il ginecologo.

Come si può curare l’ovaio policistico?

Per curare la Sindrome dell’Ovaio Policistico bisogna considerare diverse variabili tra cui: l’età della donna, l’entità dei sintomi (si passa da casi eclatanti a condizioni più leggere) e l’eventuale ricerca di una gravidanza.

“Nel tempo si è visto come il supporto di vari specialisti (endocrinologo, diabetologo, dermatologo, nutrizionista) potesse essere utile per curare questa sindrome. Un approccio integrato multidisciplinare può, infatti, rappresentare la risposta più efficace per personalizzare la terapia per ogni paziente. I disturbi possono variare molto da donna a donna e ogni paziente avrà obiettivi diversi a seconda delle fasi della propria vita”, afferma il dottor Siesto. “Per questo, oltre alla terapia ormonale per via orale, il ginecologo, insieme agli altri specialisti, può ricorrere a una serie di altri rimedi, come gli ipoglicemizzanti orali, l’utilizzo di prodotti a base di inositolo o di particolari probiotici e supporti nutrizionali mirati al controllo del peso.”

Pertanto, esistono molte opzioni di trattamento: è necessario, però, decidere insieme al ginecologo di riferimento quale risponda meglio alle proprie esigenze.

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