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Cefalea ed emicrania: quali differenze?

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Cefalea, emicrania con aura, emicrania senza aura. Ma si potrebbe anche scrivere, nell’ordine, mal di testa, emicrania complicata, emicrania comune. Riguardo ai vari tipi di dolore alla testa sono tante le definizioni esistenti che possono indurre in confusione. Cosa è esattamente la cefalea? E cosa l’emicrania? Ed esattamente l’aurea cosa rappresenta? Per capirci qualcosa di più lo abbiamo chiesto a Vincenzo Tullo, specialista neurologo in Humanitas e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas Lab.

Tanto per iniziare, è bene definire la “cefalea”: «La cefalea – spiega il dottor Tullo – indica tutti i dolori alla testa che si percepiscono al di sopra di una linea immaginaria che unisce l’occhio all’orecchio. Ne esistono più di 100 tipologie. In generale si distinguono le cefalee primarie, ovvero che non hanno alcuna patologia alla base, come accade nel caso dell’emicrania, e le cefalee secondarie, ovvero causate dalla presenza di altre patologie, come accade nelle cefalee dovute a disturbi oculari». Non è quindi del tutto scorretto utilizzare “cefalea” e “mal di testa” come sinonimi, precisa lo studioso, tenendo però conto che, nel caso della cefalea, il dolore è localizzato nella parte superiore della testa, ovvero al di sopra di occhi e orecchie, mentre nella più ampia definizione di “mal di testa” sono compresi anche i dolori che si irradiano, ad esempio, all’altezza della mandibola (e quindi al di sotto della linea immaginaria che unisce occhi e orecchie).

 

Con cefalea si intendono tutti i dolori alla testa

La cefalea è quindi il termine generico entro cui si raggruppano tutte le tipologie di dolori alla testa esistenti. La terza classificazione internazionale delle cefalee, ovvero quella attualmente in uso, è formata da 14 capitoli ognuno dei quali affronta un tipo di cefalea differente. Il primo capitolo è dedicato all’emicrania, ovvero la più importante delle cefalee, «un disturbo del sistema nervoso centrale che coinvolge alcuni neurotrasmettitori e alcuni circuiti del dolore e che ha delle caratteristiche ben precise che devono essere rispettate per poter porre la diagnosi», spiega il dottor Tullo.

Il dolore deve durare tra le 4 e le 72 ore e avere almeno due delle seguenti quattro caratteristiche: il dolore deve avere localizzazione unilaterale, deve essere di tipo pulsante, di intensità media o forte e aggravato da attività fisiche di routine come camminare o salire le scale. A queste caratteristiche solitamente si aggiungono almeno uno di questi sintomi: nausea o vomito, fotofobia e fonofobia. «Le emicranie, infine, vengono divise in emicranie senza aura, ovvero quelle che in passato venivano chiamate emicranie comuni, ed emicranie con aura, ovvero quelle che in passato venivano definite “emicranie complicate”. In queste ultime, a differenza delle prime, il dolore emicranico viene preceduto da uno o più disturbi della vista, della parola, della sensibilità e motori che solitamente durano tra i 20 e i 60 minuti, per poi lasciare spazio alla comparsa del dolore alla testa».

 

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