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Benessere

Piercing sulla lingua? Così si perde il gusto

20/03/2015

Perdita del gusto, infezioni, problemi nel linguaggio. Sono questi i possibili rischi nascosti dietro un semplice piercing alla lingua. «Da dermatologo lo sconsiglio, ma, in ogni caso, è bene sempre informarsi sui pericoli per la salute». È questa l’opinione del dottor Luca Mancini, dermatologo di Humanitas, intervenuto su Radio 1 nel corso del programma Obiettivo Benessere.

«I dermatologi condividono le preoccupazioni dei genitori: il piercing è una pratica che segue le mode e che presenta qualche rischio. È un piccolo intervento di chirurgia invasiva per cui bisogna essere molto prudenti – aggiunge –. Si tratta comunque di bucare la lingua, un muscolo molto innervato e vascolarizzato, fondamentale per l’articolazione del linguaggio e per la masticazione. Bucandolo si rischia di danneggiare le terminazioni nervose importanti per il gusto e anche di modificarne i movimenti».

 

Pierging alla lingua, pericolo infezioni e reazioni allergiche

Come dimostrano i casi clinici, il rischio di infezioni e reazioni allergiche è concreto. «Già in condizioni normali non è facile avere cura del cavo orale. Un piercing può complicare la situazione dal momento che forma una cavità in cui possono accumularsi i materiali che provengono dall’alimentazione. Inoltre il foro può diventare la porta d’accesso per i virus – spiega il dottor Mancini –. Le reazioni allergiche possono scatenarsi invece per i materiali utilizzati o per l’anestesia: di solito dovrebbero essere usati materiali inerti, ma tutto dipende dall’onestà di chi pratica l’intervento, e non sempre i materiali sono idonei».

Chi indossa il piercing tende poi ad assumere atteggiamenti e riflessi continui giocando con il piccolo accessorio, una pratica che «fa diventare il foro sempre più grande e che può anche danneggiare la dentatura», aggiunge.

E ai pentiti del piercing che dire? «Una volta tolto, il foro non si richiude. Si forma un tessuto cicatriziale, ma per ridurre e richiudere la cicatrice serve un altro intervento», conclude l’esperto.

 

Commento a cura del dottor Luca Mancini

Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas

 

 

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