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Diagnosi

Biopsia epatica

02/06/2018

Che cos’è la biopsia epatica?

La biopsia epatica è un esame basato sull’asportazione di una piccola parte di tessuto epatico che viene in seguito sottoposta ad analisi al microscopio. Può essere effettuata per via percutanea (il campione di tessuto è prelevato tramite un ago inserito attraverso la pelle); per via transvenosa (inserendo un catetere attraverso la vena giugulare); al momento di un intervento chirurgico addominale.

A cosa serve la biopsia epatica?

La biopsia epatica è utilizzata per riconoscere le patologie del fegato acute e croniche. Permette di formulare diagnosi e di chiarire probabili dubbi sulla causa della malattia e consente di valutare la gravità della malattia e di intuirne l’evoluzione. Può essere, inoltre, impiegata per stabilire l’efficacia delle terapie.

Esistono norme di preparazione?

Il medico potrebbe richiedere, nel periodo precedente l’intervento, l’interruzione dell’assunzione di alcuni medicinali che potrebbero compromettere l’esame. Tra i farmaci dei quali può essere richiesta l’interruzione sono inclusi gli antidepressivi, gli anticoagulanti, gli antiaggreganti piastrinici, i medicinali per la pressione alta, gli antibiotici, gli antiasmatici, i FANS. È indispensabile che il paziente, prima di sottoporsi a tale esame, sia a digiuno sia di alimenti solidi che liquidi da almeno sei ore. Al paziente potrà essere prescritto anche un esame del sangue volto a stabilirne la capacità coagulativa e, in caso se ne noti il bisogno, potrà essere sottoposto alla somministrazione di farmaci che favoriscono la coagulazione.

Chi può effettuare l’esame?

L’esame può essere eseguito da tutte le persone con patologie croniche o acute a carico del fegato. Rappresentano principali controindicazioni alla biopsia epatica: la presenza di ascite (è da preferire la via transgiugulare); l’obesità; la presenza di valori di coagulazione del sangue inferiori alla norma; se il paziente percepisce dolore addominale per patologie della colecisti, per pancreatite o per occlusione intestinale.

La biopsia epatica è dolorosa o pericolosa?

Se, da un lato, si può sostenere che la biopsia epatica è un esame con un alto margine di sicurezza e che non procura rischi particolari per il paziente, dall’altro non si può non sottolineare la sua natura di esame alquanto invasivo. Se le gravi complicanze sono rare, alcune complicanze minori sono invece piuttosto comuni: tra queste compaiono il dolore post intervento, che può arrivare a colpire 1 paziente su 3 (il dolore può manifestarsi nella zona dell’iniezione ed arrivare fino alla spalla destra) e il sanguinamento. Rispetto al passato attualmente le complicazioni sono meno frequenti grazie all’attuazione della biopsia mediante guida ecografica e di nuovi aghi di minore calibro e meno traumatici.

Come funziona la biopsia epatica?

Per effettuare la biopsia epatica, il paziente deve essere disteso supino. Il medico si occuperà della disinfezione della cute nel punto di ingresso dell’ago e della somministrazione dell’anestesia locale. La tecnica comprende l’utilizzo dell’ecografia che permette al medico di controllare il tragitto dell’ago. L’ago della biopsia – in grado di prelevare una parte di tessuto della lunghezza di 2-4 centimetri – sarà inserito e rimosso velocemente. A seguito della biopsia il paziente resterà sdraiato, con una borsa del ghiaccio sulla parte in cui è stata eseguita la biopsia, per almeno 3 ore, ed è necessario che resti a riposo per almeno le prime 24 ore post-esame.

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