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Anatomia

Muscoli involontari

02/06/2018

I muscoli del corpo la cui contrazione dipende dal sistema nervoso autonomo, sono chiamati muscoli volontari, noti anche come muscoli bianchi o lisci. Definiti involontari perché la loro contrazione non dipende dalla volontà del soggetto.

Che cosa sono i muscoli involontari?

I muscoli involontari si differenziano da quelli volontari perché le fibre di cui sono composti mancano delle caratteristiche striature e risultano, quindi, caratterizzati da una struttura quasi uniforme – da cui la definizione di muscoli lisci. Le cellule che compongono i muscoli involontari sono attraversate da sottili filamenti, le miofibrille, che costituiscono la parte contrattile. Rispetto alla muscolatura striata, la muscolatura liscia si contrae e si rilascia più lentamente.

Sono classificati involontari i muscoli della vescica e dell’utero, oltre quelli che compongono le pareti dell’apparato digerente, dei vasi sanguigni e dei bronchi. Il cuore è l’unica eccezione: anche se composto da fibre muscolari striate, quindi non lisce, appartiene comunque ai muscoli involontari.

Il funzionamento della muscolatura involontaria è il seguente: lo stimolo per la contrazione viene trasmesso da specifici mediatori chimici (come acetilcolina e norepinefrina) che vengono liberati all’estremità delle fibre nervose motrici del sistema nervoso simpatico o parasimpatico. Il ruolo svolto dai mediatori chimici è essenziale nel funzionamento poiché, oltre a dar vita alla contrazione involontaria, sono indispensabili nel modularne l’attività.

A cosa servono i muscoli involontari?

La funzione dei muscoli involontari è quella di causare, mediante contrazione, variazioni nella forma o nel diametro interno degli organi nei quali sono compresi, favorendo eventualmente il passaggio o l’espulsione del contenuto.

La loro contrazione è regolata dal sistema nervoso autonomo.

Quando la muscolatura involontaria degli organi cavi (come vasi sanguigni e intestino) si contrae, provoca la riduzione delle superfici delle pareti nelle quali le fibre muscolari stesse sono inserite; quando alla contrazione segue la fase di distensione, le superfici delle pareti degli organi tornano alle loro dimensioni usuali. È il ripetersi di questo meccanismo che permette, ad esempio, la regolazione del tono dei vasi sanguigni e dà vita a movimenti indispensabili per il benessere dell’organismo come la peristalsi intestinale.

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