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Alimentazione

Sonno e alimentazione, meno si dorme più si mangia

17/06/2015

In che modo il sonno incide sull’alimentazione? Meno si dorme, più si mangia. A rispondere è un gruppo di ricercatori dell’Università del Nebraska, Stati Uniti: avere un sonno disturbato e impoverito non determina solo alterazioni dello stato psicofisico delle persone ma condiziona anche l’alimentazione: lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Health Psychology, suggerisce che la perdita di sonno spinge a mangiare in maniera eccessiva.

I comportamenti alimentari sono condizionati da una serie di fattori: emotivi, biologici, cognitivi e ambientali, tutti fattori che hanno una relazione con il sonno. A sua volta l’alimentazione è un aspetto rilevante in diverse malattie croniche, dal diabete all’obesità alle patologie cardiovascolari. Comprendere a fondo i meccanismi che determinano le scelte alimentari di ognuno, ovvero cosa e quanto mangiare, è fondamentale tanto per la prevenzione quanto per il trattamento di queste malattie.

Dormire poco e male, sottolineano i ricercatori, potrebbe dunque condizionare queste scelte. Ad esempio, una persona che dorme poco e che dunque si sente più debole, potrebbe voler compensare questo deficit mangiando di più; allo stesso modo un forte stress emotivo può spingere ad aumentare la quantità di cibo.

Tra sonno e alimentazione un rapporto complesso

«I disturbi del sonno possono alterare l’equilibrio degli ormoni che regolano il senso di sazietà e l’appetito. Ancora, dormire poco è associato a un aumento di peso corporeo: frequenti risvegli notturni possono essere la conseguenza di un’alimentazione eccessiva», dice il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.

Un rilevante fenomeno del metabolismo ai fini del rapporto tra sonno e alimentazione è il cosiddetto “circolo vizioso dell’insulina”. «Dopo ogni pasto, tanto i carboidrati quanto, in parte, le proteine si trasformano in glucosio. Questo processo determina un aumento della glicemia, il livello di concentrazione del glucosio nel sangue. Il pancreas produce più insulina: per far fronte al picco glicemico, l’eccessiva quantità di insulina determina un abbassamento della glicemia. Ecco il circolo vizioso: l’ipoglicemia reattiva determina nel cervello un senso di fame che nella notte può spingerci ad alzarci e a mangiare. Ed ecco ricominciare il ciclo che se portato all’esasperazione è causa di diabete», spiega il dottor Tullo.

Come sembra suggerire la ricerca, i disturbi del sonno possono essere un bersaglio per il trattamento delle malattie croniche?

«Chi lamenta disturbi del sonno dev’essere preso in carico da un medico perché o ha in corso una malattia o è più esposto al rischio di ammalarsi. Il sonno, infatti, – conclude lo specialista – è un momento importantissimo per il funzionamento del nostro organismo in cui il sistema immunitario si regolarizza e ci protegge dalle malattie, anche degenerative».

 

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