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Artrosi alle ginocchia, dalla paura del movimento un freno all’attività fisica

01/02/2018

Dolore alle ginocchia e paura di movimento. I soggetti che sono colpiti da artrosi non sempre sono inclini a mettersi in movimento per timore di andare incontro a un peggioramento dei sintomi. In questo modo, però, rinunciano a un elemento importante per il trattamento della loro condizione. L’attività fisica è infatti utile a contrastare la progressione dell’artrosi. Ne parliamo con il professor Carlo Selmi, Responsabile di Reumatologia e Immunologia clinica di Humanitas e docente all’Università degli Studi di Milano.

La kinesiofobia

Con il dolore cronico è comprensibile che il desiderio di praticare attività fisica vada in secondo piano. Può essere il caso dell’artrosi al ginocchio, uno dei disturbi osteoarticolari più comuni al mondo. Le cartilagini e i menischi, fra i tessuti di questa articolazione, si sono usurati e assottigliati ostacolando il movimento, riducendo la flessibilità del ginocchio e, naturalmente, provocando dolore. Una condizione come l’artrosi che causa dolore cronico può quindi associarsi a una sorta di idiosincrasia a fare attività fisica. Si parla a tal proposito di kinesiofobia o paura del movimento (fear of movement, in inglese).

È una caratteristica piuttosto comune tra i soggetti con artrosi al ginocchio secondo un recente studio realizzato da diversi centri di ricerca statunitensi e pubblicato su Arthritis Care & research. I suoi autori hanno coinvolto 350 individui con questo disturbo articolare per valutare la frequenza e i fattori associati alla paura del movimento. Nel 77% dei partecipanti allo studio è emerso un alto grado di kinesiofobia.

Attività fisica per il ginocchio

L’ansia, la paura di sentire ancora più male, la preoccupazione di indurre ulteriore danno ai tessuti cartilaginei e il dolore sono tutti fattori che concorrono a mantenere sedentario un soggetto con artrosi al ginocchio. Ecco perché – come suggerisce il team di ricerca – è potenzialmente utile agire sugli aspetti comportamentali e psicologici per cercare di stimolarlo a muoversi di più. Anche in caso di artrosi, infatti, sempre nei limiti del possibile, l’attività fisica può avere degli effetti paragonabili a un farmaco, rappresentando certamente un complemento alla terapia farmacologica.

Il paziente artrosico può dunque agire sullo stile di vita per correggere un potenziale fattore di rischio, ovvero l’inattività. E se necessario potrà rendersi utile l’intervento di uno specialista, assieme al fisioterapista, per far superare la paura del movimento. Questa può essere misurata attraverso delle scale di valutazione in uso nella pratica clinica con cui individuare le cause concorrenti.

Sempre alla luce della propria condizione, nonostante l’artrosi bisognerebbe invece mettersi in movimento. Esercizi di rinforzo muscolare, esercizi di flessibilità ed esercizi aerobici possono rivelarsi alla portata degli individui con questo disturbo articolare. Con lo stretching si cercherà di recuperare la piena possibilità di movimento, con il rinforzo muscolare si irrobustiranno i tessuti fondamentali per l’equilibrio e la postura (ricordiamo che l’artrosi alle ginocchia è tipica dell’età avanzata). Infine con l’attività fisica di tipo aerobico si cercherà di guadagnare un miglior livello di benessere ma, soprattutto, di controllare il peso corporeo. Da utilizzare con cautela invece un programma che presupponga un elevato impatto sulle articolazioni, come nel caso della corsa.

È noto che l’eccesso di peso è uno dei fattori di rischio modificabili principali non solo per l’insorgenza ma anche per la progressione dell’artrosi alle ginocchia. I chili in più non fanno altro che aumentare lo stress alle ginocchia, incrementando il carico che questa articolazione deve sopportare. Per tutti questi motivi è utile suggerire al paziente l’adesione a un programma di attività fisica con camminate su superfici pianeggianti, esercizi in acqua, utili per alleggerire il carico sulle articolazioni, o anche alla cyclette.

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