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Chirurgia generale

Tiroide, quali indicazioni per i pazienti senza ghiandola?

03/03/2018

Da un nodulo all’’ipertiroidismo, sono diversi i motivi che possono rendere necessario un intervento chirurgico per l’asportazione parziale o totale della tiroide. La conseguenza più rilevante per il paziente che avrà subito l’operazione sarà l’adesione per tutta la vita alla terapia ormonale sostitutiva per garantire l’apporto di ormone tiroideo. Le indicazioni relative all’attività fisica e alla dieta saranno invece più stringenti nel primo periodo dopo l’intervento. Ne parliamo con il professor Andrea Lania, docente di Endocrinologia presso Humanitas University e responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia di Humanitas.

Se parziale ormoni sintetici non necessari

La tiroide è una ghiandola del sistema endocrino che produce ormoni fondamentali per diversi aspetti del metabolismo. Queste sostanze, in circolo nel sangue, raggiungono i tessuti e contribuiscono, ad esempio, a regolare la temperatura corporea, il bilancio energetico, il ritmo cardiaco.

La formazione di una cisti o di uno o più noduli tiroidei di grosse dimensioni, l’insorgenza di un tumore alla tiroide ma anche lo sviluppo del gozzo, ovvero l’aumento benigno delle dimensioni della ghiandola, o i quadri di ipertiroidismo non responsivi alla terapia medica sono i motivi che possono richiedere una tiroidectomia.

Se parziale, con la rimozione di uno dei due lobi della ghiandola o di parte di un lobo, la funzionalità tiroidea generalmente non viene compromessa. Se invece la tiroidectomia è totale, l’organismo non sarà in grado di produrre l’ormone tiroideo per le diverse funzioni dell’organismo e quindi sarà necessario aderire per il resto della vita alla terapia ormonale sostitutiva, con l’assunzione di ormone tiroideo sintetico. Il dosaggio sarà definito alla luce degli esami del sangue e negli anni potrebbe essere rivisto anche in considerazioni di condizioni particolari quali la gravidanza.

Anche quando solo un lobo è stato rimosso si potrebbe avere necessità della terapia ormonale sostitutiva nel corso degli anni perché potrebbe svilupparsi ipotiroidismo soprattutto nei pazienti con autoimmunità tiroidea. È pertanto necessario monitorare sempre le condizioni di salute del paziente. In ogni caso la terapia ormonale è necessaria per evitare l’insorgenza di fatica, difficoltà a concentrarsi, aumento di peso, pelle secca, perdita di capelli, mani e piedi freddi, stipsi e crampi muscolari.

Supplementazione di calcio

Con la rimozione della tiroide o di parte di essa potranno essere accidentalmente rimosse o danneggiate anche una o più paratiroidi, le piccole ghiandole posizionate dietro la tiroide coinvolte nella regolazione dei livelli circolanti di calcio. In questi casi è pertanto necessario una supplementazione con Sali di calcio e vitamina D .

Dopo l’operazione il paziente assumerà dei farmaci antidolorifici e in quei giorni potrebbe essere controindicato mettersi alla guida dal momento che i medicinali potranno indurre sonnolenza. L’intervento di tiroidectomia lascia una cicatrice orizzontale alla base del collo. Nei primi sei mesi circa dall’operazione sarà indispensabile evitare l’esposizione al sole.

Nelle prime fasi dopo l’intervento potrebbe rendersi necessario un periodo di riduzione dell’attività fisica, quella a intensità leggera è comunque incoraggiata nei limiti del possibile. Per la dieta potrebbe essere utile invece assumere nei primi giorni cibi più liquidi; il paziente potrà avvertire inoltre una sensazione di fastidio alla deglutizione. Sempre nei primi giorni potrà insorgere la raucedine che tenderà a regredire spontaneamente nel giro di alcuni mesi. Successivamente il regime alimentare da seguire dovrà essere una dieta normale, bilanciata. Attenzione solo al consumo eccessivo di soia che potrebbe interferire con la capacità di assorbimento dei farmaci in terapia ormonale sostitutiva.

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