Cuore e sistema cardiovascolare

Cos’è la trombosi?

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Non tutti sanno che la trombosi può essere fatale. Secondo l’ALT, l’associazione di lotta alla trombosi, soltanto un italiano su tre è a conoscenza di questa malattia e dei suoi rischi effettivi, ma data la potenziale gravità è fondamentale prevenirla: più si prende per tempo, infatti, più il trattamento per la trombosi è efficace. Solo così si possono evitare complicazioni gravi.

Ne abbiamo parlato con il dottor Corrado Lodigiani, Responsabile del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche di Humanitas.

Cos’è la trombosi?

Un trombo è un coagulo di sangue, ovvero un grumo solido costituito da piastrine, globuli bianchi e globuli rossi che si forma in un vaso sanguigno in cui non si dovrebbe formare. Questo ostacola la circolazione del sangue e provoca la morte (necrosi ischemica) dell’organo a cui quel vaso porta il sangue stesso. Il trombo si può anche frammentare in parti più piccole.

Un trombo frammentato è chiamato embolo e, attraverso il sistema circolatorio, può raggiungere qualunque organo del corpo umano, ostacolandone il regolare funzionamento e provocando gravi danni. 

È quello che succede quando si ha un infarto cerebrale, nell’infarto del miocardio, o dell’embolia polmonare, che è quasi sempre provocata da un embolo che si stacca da un vaso venoso periferico.

La trombosi può essere arteriosa e venosa; ciò comporta una differenza anche nelle possibili cause: la trombosi arteriosa, infatti, è provocata principalmente dall’aterosclerosi, e ipercolesterolemia, ipertensione, fumo di sigaretta e obesità sono i principali fattori scatenanti. 

La trombosi venosa, invece, nella maggioranza dei casi deriva da esposizione a fattori di rischio acquisiti più o meno transitori come l’immobilità per trauma o per una malattia intercorrente, un intervento chirurgico o i tumori oppure per predisposizione genetica all’ipercoagulabilità, cioè una maggiore facilità del sangue a creare dei coaguli, i quali poi possono diventare trombi.

Sintomi da non sottovalutare

Qualunque vena o arteria può essere interessata da trombosi, ma i trombi si formano generalmente e con maggior facilità nelle gambe. Riconoscere i sintomi di una trombosi venosa può non essere semplice, poiché molti si manifestano quando ci sono già complicazioni gravi. 

Aumento di volume, sensazione di calore, intorpidimento e arrossamento della zona o dell’arto interessato, comunque, sono segnali da non prendere alla leggera e che possono, con l’aiuto di uno specialista, a identificare una trombosi per tempo.

Difficoltà respiratorie conosciute con il nome di dispnea, a riposo o sotto sforzo, improvvise alterazioni del ritmo cardiaco, tosse con tracce di sangue e dolore toracico o generalizzato sono sintomi che possono segnalare una possibile presenza di emboli a livello polmonare, quindi un pericolo potenzialmente mortale.

Trattamento

Il trattamento della trombosi avviene mediante una terapia farmacologica che prevede l’uso di anticoagulanti. Gli anticoagulanti sono prodotti in grado di inibire  la coagulazione del sangue e rappresentano quindi la contromisura ideale per trattare questa malattia.

Esistono, comunque, modi per prevenire la trombosi anche quando si è predisposti. L’attività fisica ricopre un ruolo di primissimo piano nella prevenzione, in quanto il sovrappeso corporeo e soprattutto l’obesità conseguenti spesso alla sedentarietà sono importanti fattori aggiuntivi.

Inoltre le donne che hanno una predisposizione genetica alla trombosi venosa dovrebbero evitare l’utilizzo di estroprogestinici a scopo anticoncezionale o sostitutivo dopo la menopausa, o usarli solo dopo aver effettuato una valutazione con uno specialista in emostasi e trombosi.