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Artrosi caviglia, perché non sottovalutare il dolore

10/11/2017

Sebbene non proprio di corsa, quando inizia a comparire un dolore alla caviglia, che non dipende da una storta o trauma, è importante non aspettare che passi. Questo perché – spiega la dottoressa spiega la dott.ssa Lara Castagnetti, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas  – lasciar passare troppo tempo tra l’insorgenza del dolore e la visita da uno specialista potrebbe contribuire all’avanzamento di una malattia, chiamata artrosi, che colpisce indifferentemente tutte le articolazioni, inclusa la caviglia. Rivolgendosi a uno specialista quando si avverte dolore per esempio durante il passo, permette di diagnosticare precocemente la malattia artrosica e intervenire nelle fasi iniziali dell’artrosi, traendo beneficio da trattamenti non chirurgici. Infatti, come l’artrosi che colpisce ogni altra articolazione, anche l’artrosi della caviglia porta a un progressivo deterioramento dell’articolazione del piede, per cui fare i movimenti necessari per camminare può risultare doloroso e difficile. Tuttavia è errato pensare che l’artrosi della caviglia possa colpire solo nelle età avanzate; infatti, anche nei giovani adulti, l’artrosi potrebbe insorgere come conseguenza di traumi precedenti che abbiano interessato la caviglia. Accade, quindi che la cartilagine, indispensabile per rendere fluido il movimento del piede, inizia a rovinarsi, riducendosi. Scoprendo le ossa che compongono caviglia, a ogni movimento queste sfregano una sull’altra, i legamenti si deteriorano, e il dolore è inevitabile. È proprio il dolore, il segnale più evidente che qualcosa non va; a questo può associarsi un movimento limitato della caviglia, oltre al fatto che l’articolazione può risultare più gonfia e deformata. Pertanto, oltre che da una terapia con farmaci anti-infiammatori o infiltrazioni di cortisonici per ridurre l’infiammazione, nelle fasi iniziali della malattia artrosica il paziente può trarre beneficio dalla terapia infiltrativa con acido ialuronico e anche da terapie fisiche, quali la magneto terapia e le onde d’urto, se sono presenti segni di sofferenza dell’osso subcondrale, cioè di quella parte dell’osso più vicina alla cartilagine. Potrebbe essere utile anche l’uso complementare di fasce contenitive che permettono di stabilizzare e supportare la caviglia, se vi sono delle lesioni legamentose che portano ad avere una caviglia instabile. Solo quando la terapia fisioterapica non dà più benefici, la soluzione al dolore e all’artrosi è chirurgica.    

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