Quando la funzione renale è compromessa e i reni non funzionano in modo adeguato si parla di insufficienza renale cronica. Che relazione c’è tra questa patologia e gli stili di vita e in che modo bisogna correggere le proprie abitudini una volta diagnosticata la patologia? Ne parliamo con il dottor Leonardo Spatola, nefrologo di Humanitas.
La salute dei reni è a rischio nel caso in cui siano sorte patologie come il diabete o disturbi come l’ipertensione. Tra i fattori di rischio dell’insufficienza renale cronica, infatti, oltre alle malattie che riguardano direttamente i reni – dall’infezione renale al cosiddetto rene policistico, una malattia ereditaria, alla glomerulonefrite – ce ne sono altre che interessano altri distretti dell’organismo.
Tra queste ci sono appunto l’ipertensione e il diabete, ma anche l’ipercolesterolemia. Condurre, pertanto, uno stile di vita sano che contribuisca a ridurre il rischio di tali malattie o a controllare la loro evoluzione può aiutare a preservare la funzione renale. Mantenere un peso forma, ridurre l’apporto di sale e di grassi saturi e trans, praticare regolare attività fisica sono tutti elementi chiave per prevenire l’aumento dei valori pressori o del colesterolo.
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«Il diabete, l’ipertensione arteriosa e l’ipercolesterolemia sono tutti importanti e frequenti fattori di rischio di sviluppo della malattia renale cronica. Infatti il diabete in USA è stimato essere causa di circa il 40% di casi di insufficienza renale cronica attraverso differenti meccanismi quali l’iperglicemia non adeguatamente controllata, l’insulino-resistenza e i prodotti di glicazione non enzimatica», ricorda il dottor Spatola. «L’ipertensione e l’ipercolesterolemia – continua – determinano un danno vascolare a livello dei vasi renali inducendo progressivamente ischemia e insufficienza renale cronica».
La salute dei reni è legata a quella dell’intero apparato urinario
«La calcolosi urinaria e le infezioni delle alte vie urinarie (pielonefrite acuta, ascesso renale) sono riconosciuti fattori di rischio per l’insufficienza renale cronica. In particolare – spiega l’esperto – la calcolosi, sia attraverso un danno diretto a livello dei calici renali che attraverso un meccanismo ostruttivo, indurrebbe in un primo tempo un danno renale acuto ma che, se persistente, può evolvere in un quadro cronico».
«Inoltre la calcolosi rappresenta un fattore di rischio per le infezioni delle vie urinarie e viceversa, quindi la diagnosi e il trattamento consentirebbe non solo la risoluzione di tali patologie ma anche, da un punto di vista prognostico, di ridurre il rischio di sviluppo di insufficienza renale cronica».
Nella dieta poco sale
In caso di diagnosi di insufficienza renale cronica il trattamento richiede anche una variazione degli stili di vita: «È importante, in caso di diagnosi di insufficienza renale cronica agli stadi iniziali, correggere tutti i fattori di rischio individuabili (fumo, ipertensione arteriosa, diabete non controllato, ipercolesterolemia, etc.) impostando un regime alimentare corretto ed evitando eccessi di carboidrati e lipidi e alcool».
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«Una dieta iposodica con un’introduzione di sale inferiore a 3 gr al giorno così come l’esercizio fisico giornaliero di almeno trenta minuti al giorno come una camminata o un giro in bicicletta, etc. sono consigli fortemente caldeggiati dalla Società Europea della Ipertensione Arteriosa e dalla Società Europea di Nefrologia», conclude il dottor Spatola.