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Sonno, chi dorme poco beve più bibite zuccherate?

15/11/2016

Occhi aperti, frigo aperto? Chi dorme fino a 5 ore a notte potrebbe consumare più bevande zuccherate o contenenti caffeina di chi invece dorme più a lungo. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Sleep Health realizzato da ricercatori della University of California di San Francisco (Usa). Non è chiaro tuttavia – sottolineano gli autori della ricerca – se sia il consumo di queste bevande a far dormire meno o se la privazione di sonno spinga le persone a cercare più zuccheri e caffeina per restare svegli durante il giorno.

Il team ha analizzato i dati relativi a poco meno di 19mila partecipanti un precedente studio su salute e stile di vita: gli individui hanno auto-riferito le proprie abitudini alimentari, quante ore dormissero e quali bevande consumassero. Ebbene, è emerso che chi dormiva fino a 5 ore a notte beveva oltre il 20% in più di bibite con caffeina, sia zuccherate che non, rispetto a chi ne dormisse 8. Con 6 ore di sonno invece l’introito di queste bevande era l’11% in più. Non è emersa infine alcuna associazione tra durata del sonno e consumo di succhi, tè o drink dietetici.

(Per approfondire leggi qui: Sonno, gli adolescenti “nottambuli” rischiano di ingrassare)

Il rapporto tra sonno e assunzione di queste bevande è stato documentato da precedenti ricerche, sia considerando le poche ore di sonno come un elemento che possa spingere i “gufi” ad assumere più zuccheri e caffeina che il contrario. Secondo gli autori la relazione potrebbe essere biunivoca con una cattiva abitudine che rafforza l’altra e viceversa.

Carenza di sonno e maggior consumo di bibite zuccherate associate a sindrome metabolica

«Minore è il tempo che passiamo a dormire e maggiore è la preferenza verso cibi a maggior contenuto di grassi e con elevati valori di zuccheri», spiega il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas. «La carenza di sonno – continua – favorisce il consumo di “cibo spazzatura”: sembrerebbe che con la privazione di sonno vengano inibite le regioni cerebrali coinvolte nei giudizi complessi e nelle decisioni, mentre le strutture del cervello atte a gestire le motivazioni e il desiderio siano stimolate».

«Soffrire d’insonnia può portare quindi a una ridotta assunzione di verdure e cereali integrali, alimenti che sono sempre considerati sani e indispensabili», conclude lo specialista.

(Per approfondire leggi qui: Sonno, una dieta ricca di magnesio per dormire bene?)

Diversi studi hanno associato tanto la carenza di sonno quanto l’assunzione di zuccheri a disturbi del metabolismo come la sindrome metabolica, una condizione che può favorire l’insorgenza di diabete di tipo 2: una migliore igiene del sonno, suggeriscono i ricercatori, potrebbe pertanto “rompere” il circolo vizioso e ridurre l’apporto di bevande zuccherate.

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