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Tassare di 1 cent ogni sigaretta per acquistare farmaci anticancro?

15/09/2016

Un centesimo in più per ogni sigaretta per finanziare la spesa sanitaria dei farmaci anticancro. Ne parla Repubblica. Si tratta di una misura a cui il ministro della Salute Lorenzin sta pensando da tempo, dice il quotidiano, e che ora potrebbe concretizzarsi con l’accordo del ministero dell’Economia. In mattinata è però intervenuto il presidente del Consiglio Renzi che ha detto che non ci sarà nessun intervento sui pacchetti di sigarette.

Nell’ipotesi di una tassa del genere, pari a 20 centesimi di euro in più a pacchetto, quanto potrebbe entrare nelle casse dello Stato? Repubblica ha fatto i calcoli: 700 milioni di euro ogni anno, almeno, considerando i circa 10 milioni di fumatori italiani che consumano in media un pacchetto al giorno, quindi 3,6 miliardi all’anno.

(Per approfondire leggi qui: Sigarette: e se triplicassero il prezzo?)

Le casse dello Stato potrebbero contare così su nuove risorse per l’acquisto dei farmaci da utilizzare nei trattamenti oncologici, anche alla luce dell’arrivo di nuove molecole. La cifra a disposizione, si legge ancora nell’articolo, potrebbe coprire l’aumento annuo della spesa farmaceutica per gli anti-tumorali secondo le stime degli specialisti.

L’idea di creare un Fondo nazionale per l’Oncologia grazie a questo aumento delle accise sul tabacco con la formula 1 cent per sigaretta, è da tempo sostenuta dall’Aiom, l’Associazione italiana di Oncologia medica. Il fondo avrebbe lo scopo di garantire un uguale accesso alle cure con i nuovi medicinali in tutto il Paese: “Ci stiamo lavorando insieme ad Aifa e al ministero. Sarebbe un intervento strutturale ma intanto anche la tassa di scopo sulle sigarette può andare bene, come misura tampone”, è il commento di Carmine Pinto, presidente dell’Aiom.

Più tasse, meno fumatori?

L’aumento della tassazione potrebbe inoltre avere un altro effetto: quello di stimolare più persone a decidere di smettere di fumare. Come ricorda l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, le tasse sono la misura più efficace e meno costosa per ridurre il numero di fumatori, in particolare tra i più giovani e le classi sociali più disagiate. D’accordo la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro antifumo di Humanitas Cancer Center: «Si tratta dei fumatori che vengono raggiunti più difficilmente dalle campagne di sensibilizzazione e che (questo vale specialmente per i giovani) possono avere i maggiori benefici a lungo termine dallo smettere di fumare».

(Per approfondire leggi qui: Per chi smette di fumare decisive le prime due settimane senza sigarette)

«La maggior parte degli studi scientifici – conclude – ci dice che nei Paesi che hanno già adottato misure simili le entrate fiscali derivanti dalle accise sul tabacco non sono affatto diminuite e hanno registrato importanti cali nei consumi, intorno al 20%».

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