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Allergie alimentari, 9 consigli per tenerle sotto controllo

11/05/2016

I sintomi che fanno sospettare un’allergia alimentare sono diversi: prurito cutaneo, orticaria, sensazione di prurito al cavo orale, gonfiore di labbra e/o occhi sino a nausea e vomito. Ma siamo sicuri che si tratta di allergia? Per scoprirlo basta effettuare dei test ma – attenzione – che siano quelli giusti, perché da test inaffidabili arrivano diagnosi errate e potenzialmente pericolose.

Gli specialisti da tempo hanno messo in guardia dall’uso di test diagnostici senza fondamento scientifico. Ce ne sono dei più disparati come il test della forza, che misura la variazione della resistenza muscolare quando si manipola un recipiente con la sostanza sotto accusa; il test del capello con il quale si rilevano presunte anomalie nel metabolismo di minerali o l’intossicazione da metalli; il Vega Test, che si basa sull’assunto per cui l’esposizione al sospetto allergene possa determinare delle variazioni nella resistenza elettrica della pelle.

I test validi con cui diagnosticare un’allergia

A parlarcene è la dottoressa Francesca Puggioni, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Ospedale Humanitas. «Il primo passo è sottoporsi a una visita specialistica allergologica o gastroenterologica per valutare i sintomi e per distinguere tra allergia e intolleranza. In seguito basterà eseguire un semplice test cutaneo (lo Skin Prick Test) utilizzando estratti allergenici in commercio o direttamente gli alimenti freschi (“Prick by Prick”). Questi devono essere eseguiti in ambiente protetto ospedaliero; in alcuni casi si può avere l’indicazione a test di ricerca degli anticorpi specifici nel sangue (RAST) o test di allergologia molecolare. In casi selezionati dallo specialista si possono effettuare, sempre in regime protetto ospedaliero, i test di tolleranza o scatenamento: il paziente assume l’alimento sospetto in presenza del medico e si osservano le eventuali reazioni».

9 consigli della dottoressa per controllare l’allergia:

  • Evitare di entrare in contatto con la sostanza responsabile
  • Leggere attentamente le etichette degli alimenti confezionati perché delle sostanze come la soia o il latte sono presenti in alcuni cibi composti al di fuori di ogni sospetto

(Per approfondire leggi qui: Asma e allergie, quando i mobili di casa sono nemici della salute)

  • In caso di allergia ad alimenti come il latte è fondamentale affrontare il percorso della dieta priva di latte e derivati insieme allo specialista per evitare problemi di salute anche gravi come l’osteoporosi precoce per carenza di calcio
  • Far presente subito le allergie quando si va al ristorante o si è invitati a cena da amici: occorre chiarire bene le conseguenze anche gravi a cui si va incontro se si dovesse ingerire l’alimento a cui si è allergico. Spesso si pensa che i sintomi siano direttamente proporzionali alla quantità di “allergene” ingerito ma non è così. Anche pochissimi grammi o frazione di grammi possono dare il via a reazioni anafilattiche anche gravi
  • Per i bambini è necessario chiedere allo specialista un certificato da consegnare all’asilo o a scuola per dare le corrette istruzioni al servizio mensa
  • Fondamentale, in caso di reazioni allergiche gravi, avere sempre a portata di mano i farmaci necessari a bloccare e far regredire i sintomi secondo le istruzioni ricevute dallo specialista

(Per approfondire leggi qui: Allergia alle arachidi: si evita mangiandole fin da piccoli?)

  • Importante anche istruire sull’utilizzo dei farmaci i nostri familiari, gli amici, le maestre dei nostri bambini affinché la modalità di assunzione e la tempistica dell’assunzione siano sempre corrette anche se la persona allergica non dovesse essere in grado di gestire da sola l’emergenza
  • Recarsi sempre in Pronto Soccorso dopo una reazione grave da allergia alimentare per mantenere un adeguato periodo di osservazione ed evitare le conseguenze di eventuali reazioni allergiche ritardate

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