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La distrazione favorisce la creatività?

25/03/2015

Per sfornare idee è consigliabile il silenzio o il rumore? Per la prima volta una ricerca porta delle prove scientifiche a sostegno del legame tra creatività e distrazione: la seconda agisce come un innesco per la prima. A sostenerlo è uno studio della Northwestern University negli Stati Uniti: la creatività può essere correlata con la permeabilità di una persona verso gli stimoli esterni. Chi non è capace di filtrare, e respingere, quelle informazioni non rilevanti ha più possibilità di sviluppare un pensiero creativo.

I test sono stati condotti su cento partecipanti. I ricercatori hanno misurato la loro capacità di “filtraggio” degli stimoli esterni. Chi non riesce ad allontanare le fonti di distrazione, chi si lascia distrarre da qualsiasi cosa gli accade intorno, sembra godere di maggiori facoltà creative. Un indice della creatività è, ad esempio, il cosiddetto pensiero divergente, ovvero la capacità di produrre una rosa di possibili soluzioni per un dato problema fuori dagli schemi logici normali. Dalla ricerca arriva questo suggerimento: una persona che non si chiude a tutto ciò che gli capita intorno è più sensibile a concentrarsi su una gamma di stimoli più ampi, il terreno ideale su cui far nascere nuove idee.

 

Esistono varie forme di creatività

«E’ noto che Wagner, Proust e Darwin erano molto disturbati dal rumore durante il loro lavoro, mentre Leonardo riusciva a concentrarsi perfettamente su dettagli che lo portavano a quelle scoperte che oggi conosciamo». Il legame tra attenzione e creatività è illustrato dalla dottoressa Emanuela Mencaglia, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas. «Alcuni studi hanno evidenziato che il pensiero creativo è associato a un’attenzione “atipica”. Sono state osservate due situazioni apparentemente contrastanti: pare che le idee creative possano costituirsi in modo diversi», spiega.

«Nella prima, le persone hanno un’attenzione dispersiva, una propensione a focalizzare l’attenzione su un range maggiore di stimoli in una volta sola. Si è scoperto come le persone più creative facessero più errori quando venivano sottoposte a due stimoli in cui uno interferiva con l’altro. La perdita di attenzione – aggiunge – è simile alla ridotta capacità di differenziare o inibire alla coscienza la percezione di stimoli irrilevanti. Questa condizione pare che possa aumentare la creatività perché allarga il range di stimoli possibili non filtrati, aumentando la possibilità di sintetizzare nuove e utili combinazioni». Ecco il contatto fra distrazione e creatività: «Rumore, altri stimoli di fondo e perdita di attenzione diventano mezzi di distrazione per i creativi, portandoli a fare errori in alcuni compiti, ma lasciando probabilmente informazioni “riutilizzabili” in contesti diversi».

La seconda ipotesi invece dice che «La creatività dipende dalla rapidità di focalizzarsi su uno stimolo preciso spostando velocemente l’attenzione, supportando così la flessibilità cognitiva. Pare che la creatività sia collegata alle funzioni esecutive che servono per mettere in atto tutti i processi per arrivare alla conclusione del progetto. In questo caso per poter creare un pensiero originale – conclude la specialista – le persone devono prestare attenzione e perseveranza: un atto di problem solving costante fino al termine del compito».

 

Commento a cura della dottoressa Emanuela Mencaglia

Psicologa del Cancer Center di Humanitas Milano

Emanuela Mencaglia, psicologa Humanitas Milano

 

 

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