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Istat, in Italia sempre meno nascite

17/02/2015

Natalità in calo e fertilità da proteggere. In Italia si fanno sempre meno figli, per questo è necessario promuovere le nascite. Ne è convinta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a fronte del decremento del numero dei dati registrato dall’Istat. Nel 2014 il tasso di natalità è sceso dall’8,5 per mille nel 2013 all’8,4. I nuovi nati sono stati 509mila, record negativo dal 1861, l’anno dell’Unità d’Italia.

«Con 5.000 bimbi in meno rispetto al 2013, siamo vicini alla cosiddetta “soglia di non sostituzione”, vale a dire che le persone che muoiono non sono sostituite dai nuovi nati. Questo significa che siamo un Paese che muore», continua Lorenzin.

Per questo è necessario invogliare gli italiani e stranieri a far figli. Nell’anno concluso da poco, infatti, per la prima volta la denatalità non ha risparmiato nemmeno la comunità straniera, cui è attribuito il 19% delle nascite sul territorio italiano. Il numero medio di figli per donna è pari a 1,39, come nel 2013 (media Unione Europea di 1,58 nel 2012); per le straniere 1,91 quando nel 2013 era del 2,1.

Obiettivo: promuovere la maternità

«I dati dell’Istat evidenziano la necessità dell’avvio del percorso per la promozione della natalità e la protezione della fertilità che abbiamo messo in campo nei mesi scorsi. Attendo a breve i risultati del gruppo di lavoro che ho istituito pochi mesi fa – conclude il ministro – composto da esperti nelle materie correlate al tema: medici, psicologi, genetisti, esperti di tecniche di PMA, comunicatori, per definire il Piano nazionale sulla fertilità e avviare una campagna di comunicazione». Per il ministro Lorenzin è importante che i più giovani sappiano che «la possibilità di diventare genitori non è illimitata».

«La medicina non è onnipotente – sottolinea il Professor Paolo Emanuele Levi Setti, direttore dell’Humanitas Fertility Center –. La tendenza a cercare di fare figli sempre più in là negli anni non è del tutto evitabile, ma è necessaria un’opera di educazione culturale per diffondere un messaggio di questo tipo», continua.

«La lotta alla denatalità interessa due diversi aspetti: da un lato è necessario promuovere la maternità come hanno fatto altri Paesi, con il supporto al lavoro delle mamme, con risorse pubbliche per gli asili nido ad esempio. Ma dall’altro – continua l’esperto – è necessario anche supportare tutte le coppie che desiderano diventare genitori ma che hanno difficoltà riproduttive». Secondo il Prof. Levi Setti, queste coppie devono poter avere un «accesso rapido e in condizioni mediche di eccellenza ai diversi trattamenti, senza ritardi e con risorse importanti spostate dalla diagnosi alla cura. Una delle strade da seguire – conclude – è la conservazione dei gameti mediante congelamento per mantenere le chance di gravidanze future».

 

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