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La MOC, arma fondamentale contro l’osteoporosi

13/11/2007

La MOC è senza dubbio uno strumento essenziale nel trattamento dell’osteoporosi: non solo assiste il medico nella diagnosi precoce di questa malattia progressiva e spesso silente, ma si rivela indispensabile per monitorare la risposta del paziente alla terapia. Vediamo in che cosa consiste questo esame non invasivo e quali sono le persone che dovrebbero sottoporsi alla MOC. Ne parliamo con il dott. Giorgio Brambilla, responsabile del Dipartimento di Diagnostica per Immagini di Humanitas.

Una diagnosi precoce
“L’osteoporosi è una patologia caratterizzata da una riduzione del contenuto di sali di calcio nelle ossa. La conseguente fragilità dello scheletro aumenta il rischio di fratture, soprattutto a livello della colonna vertebrale, del femore, del polso, del bacino e dell’omero. Una diagnosi precoce può essere ottenuta attraverso la MOC, una misurazione non invasiva della densità ossea. L’obiettivo di questo esame è quello di misurare la densità minerale di un osso o di una zona campione, cioè un’area ben delimitata dello scheletro. Queste zone sono solitamente la colonna lombare e il collo del femore. In Humanitas vengono utilizzate apparecchiature DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry), cioè densitometria ossea a doppia emissione di raggi X, considerate il ‘gold standard’ per la diagnosi dell’osteoporosi.
La MOC viene quindi utilizzata per determinare la predisposizione alla riduzione del contenuto minerale osseo e quindi alla comparsa dell’osteoporosi e mettere così in atto provvedimenti (dieta e attività fisica) e terapie idonee ad arrestarne l’evoluzione.
La diagnosi di osteoporosi si basa sul T-score, cioè l’indicatore delle densità minerale relativo all’ipotetico patrimonio massimo di calcio che si ha a 30 anni (è infatti a questa età che si considera che il patrimonio di calcio sia a i suoi massimi livelli, poi avrà inizio una progressiva diminuzione). A seconda dei risultati si appartiene a uno dei tre gruppi definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: situazione di normalità, osteopenia (impoverimento dell’osso che però non raggiunge il grado definito di osteoporosi),e osteoporosi (ulteriore impoverimento che comporta un aumento significativo del rischio di fratture)”.

Chi deve fare la MOC?
“Dovrebbero sottoporsi alla MOC tutte le donne circa dopo 10 anni dall’inizio della menopausa, poiché questa fase della vita nel sesso femminile causa scompensi ormonali che le predispongono alla comparsa dell’osteoporosi. Si tratta di una sorta di epidemia silenziosa, poiché spesso la malattia progredisce senza manifestazioni esterne fino al momento della frattura. La diagnosi, quindi, viene spesso effettuata quando la frattura si è già verificata.
Esistono però fattori di rischio che consigliano di sottoporsi alla MOC: fratture per piccoli traumi, menopausa precoce, osteoporosi nei genitori, dieta povera di calcio, basso peso corporeo, fumo, uso prolungato di alcuni farmaci (ad esempio i cortisonici), presenza di malattie endocrine (come l’ipertiroidismo) e reumatiche (ad esempio l’artrite reumatoide).
Una Delibera della Regione Lombardia elenca dettagliatamente tutte le condizioni previste per le pazienti per le quali è consigliata l’esecuzione della MOC, ad esempio:

– Carenza di estrogeni: menopausa precoce, prima dei 45 anni, spontanea o provocata; Amenorrea secondaria prolungata per oltre due anni; Amenorrea primaria non trattata.
– Patologie sistemiche che potrebbero causare osteoporosi: Ipertiroidismo; Iperparatiroidismo; Sindromi da malassorbimento e malattie infiammatorie intestinali; anerossia; Insufficienza renale cronica; Trapianti d’organo; Immobilità prolungata; Thalassemia.
– Terapie sistemiche prolungate: Corticosteroidi; Antiepilettici; Farmaci antiretrovirali; Levotiroxina; Eparina.
– Soggetti in trattamento con farmaci per l’osteoporosi.
– Donne in terapia ormonale sostitutiva.
– Insufficiente apporto alimentare di calcio (inferiore a 600 mg/die) e vitamina D e altri stati di carente o squilibrato apporto nutrizionale (Indice di Massa Corporea < 19; abuso di alcol).
– Evidenza radiologica di cedimenti vertebrali.
– Precedenti fratture da fragilità.
– Perdita di statura superiore a 6 cm o comparsa di cifosi dopo la menopausa.
– Anamnesi familiare materna positiva per frattura di femore o per fratture di polso o di vertebre in età inferiore ai 75 anni.

I controlli nel tempo consentono di confrontare i risultati, verificare la presenza di un’ulteriore perdita di minerali e monitorare la risposta del paziente alle terapie. In presenza di osteoporosi si consigliano controlli ogni 18 mesi.
Agli uomini, meno predisposti a questa malattia ma non del tutto esenti, si consiglia si sottoporsi alla MOC almeno una volta dopo i 65 anni di età”.

 

 

 

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